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pisano

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pisano


agg. e s. m. (f. -a) [lat. Pisanus, der. di Pisae -arum «Pisa»]. – Di Pisa, relativo o appartenente alla città di Pisa, capoluogo di provincia della Toscana: il territorio p. (anche, come s. m. e con iniziale maiusc., il Pisano, il circondario di Pisa); l’arte p., i monumenti p.; il dialetto p. (o, come s. m., il pisano), il dialetto toscano parlato a Pisa; abitante, originario o nativo di Pisa: un p., una p.; le navi dei P., ai tempi della repubblica marinara; al monte Per che i Pisan veder Lucca non ponno (Dante). Posposto a un nome proprio di persona, col sign. di originario di Pisa o dintorni, o anche di operoso a Pisa, per designare artisti, scrittori e sim.: Nicola, Giovanni e Andrea Pisano, scultori e architetti (attivi nei sec. 13°-14°); Leonardo Pisano, nome con cui è anche noto il matematico Leonardo Fibonacci (c. 1175 - c. 1235); ecc. In partic.: punto p. (più com. pisano s. m.), punto di ricamo intagliato del ’500, in cui i motivi principali della decorazione sono molto varî e complessi, lavorati a bordi in cordoncino e a piccole barrette di sostegno; in zootecnica, razza p., razza di bovini allevata nella provincia di Pisa, con tre attitudini economiche: lavoro, carne e latte; stile p. (o computo p.), uno dei due più usati metodi di datazione dei documenti d’età medievale (l’altro è lo stile fiorentino), che faceva cominciare l’anno nuovo nel giorno dell’incarnazione di Cristo; in uso a Pisa fino al 1750 (e nel medioevo anche in varî luoghi dell’Italia settentr.), tale metodo prevedeva che, dal 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, al 31 dicembre, si segnasse un’unità in meno rispetto al documento moderno (lo stile fiorentino, di gran lunga più diffuso nel medioevo, iniziava anch’esso il computo dal 25 marzo, ma dell’anno successivo rispetto a quello dello stile pisano).

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