piropo
piròpo s. m. [dal gr. πυρωπός, agg., «che ha l’aspetto di fuoco», comp. di πῦρ «fuoco» e ὤψ ὠπός «aspetto» (il lat. pyropus indicava una lega di rame e oro)]. – Minerale della famiglia dei granati, costituito da silicato di magnesio e alluminio, contenente anche quantità variabili di ferro e calcio e, talora, cromo, che si rinviene per lo più in rocce peridotitiche e nelle serpentine: si presenta in cristalli monometrici (in genere a dodici facce romboidali) di colore rosso sangue, usati come pietre preziose (conosciute in commercio con i nomi di granato di Boemia, granato di Fāshōda, rubino del Capo, ecc.) se trasparenti, come abrasivi se opachi e di piccole dimensioni. Frequente in similitudini del linguaggio letter. con riferimento al suo colore rosso acceso: fiammeggiava a guisa d’un piropo Colui che col consiglio e co la mano A tutta Italia giunse al maggior uopo (Petrarca, parlando di Claudio Nerone, che impedì ad Asdrubale di congiungersi all’esercito di Annibale); Splende lo scudo a guisa di piropo, E luce altra non è tanto lucente (Ariosto); d’intorno Splendeagli, fiamma di p. al sole, L’italo sangue (Carducci).