Pirata
s. m. inv. Per antonomasia, Marco Pantani (1970-2004), corridore ciclista, così detto per la grinta agonistica e per l’abitudine a coprirsi il capo rasato con una bandana colorata al modo dei corsari, e a portare un orecchino. ◆ «Sono tornato perché avrei rischiato di non correre più», ha ammesso il Pirata in piazza San Pietro, dopo avere incontrato Giovanni Paolo II insieme a tutta la carovana della corsa rosa, che parte oggi dai Fori Imperiali (Sole 24 Ore, 13 maggio 2000, p. 11, Italia - Economia) • [tit.] Marco Pantani, l’ultima caduta del Pirata / È stato trovato senza vita in un residence di Rimini. La corsa del campione termina con un giallo (Giornale, 15 febbraio 2004, p. 15, Cronache) • I dirigenti vogliono che vada a cena con i compagni. Ma lui non vuole scendere. Lo sentono che parla al telefono con la fidanzata. Poi con una scusa, abbandona il ritiro e torna a Bergamo (facendo, più o meno il viaggio opposto rispetto a quello, Milano-Rimini, fatto dal Pirata poco prima della sua morte). Giovedì sera, a casa, [Valentino] Fois si chiude in camera sua e, forse al telefono con la fidanzata, comincia a urlare frasi sconnesse. La madre spaventata chiama aiuto. Poi non sente più niente. Fois è morto ma lo si scoprirà solo l’indomani. (Marco Mensurati, Repubblica, 29 marzo 2008, p. 60, Sport).
Uso antonomastico del s. m. pirata.
Già attestato nella Stampa del 22 gennaio 1997, p. 29, Sport (Gianni Ranieri).