pila
s. f. [lat. pīla «pilastro; mortaio»]. – 1. Struttura portante verticale che sorregge due arcate o travate contigue di un ponte, mediante la quale si trasmettono al terreno i carichi permanenti e quelli accidentali causati dal transito sul ponte: s’udiva ... il gorgoglio più lontano dell’acqua rotta tra le pile del ponte (Manzoni). 2. Vasca, per lo più di pietra, per contenere acqua o altro liquido: la p. dell’acquaio; [le mucche] da un canto, alla marmorea pila Succiano l’acque (Pascoli); tre o quattro ragazzi mezzi nudi sguazzavano coi piedi nella p. di una fonte (Soffici). In partic.: a. Pila dell’acqua santa, l’acquasantiera costituita da una vasca sostenuta da una colonnina. b. non com. Vasca in cui vengono lavati i panni. c. Nome di vasche che hanno usi speciali in alcune industrie, per es. in quella cartaria: p. olandese, lo stesso che olandese s. f. (v. olandese, n. 3). Anche, serbatoio in pietra o cemento per la conservazione dell’olio in oleifici o altri luoghi di produzione o di vendita. 3. In qualche uso region. (spec. nel Lazio), pentola. 4. Per estens. del sign. 1, mucchio di oggetti, più o meno piani, messi l’uno sopra all’altro: una p. di libri, di piatti; i varî capi di biancheria erano disposti in pile sui ripiani del guardaroba. 5. a. Generatore di corrente elettrica continua in cui si attua la conversione dell’energia chimica in energia elettrica, così denominato dal suo inventore Alessandro Volta (1745-1827), per il fatto che il primo esemplare (poi generalm. chiamato p. voltaica o di Volta), di cui fu data notizia nel 1800, era costituito da una colonna (o pila) di dischetti di rame e di zinco separati l’uno dall’altro da un panno o da un cartone imbevuto di acqua resa acida da un’aggiunta di acido solforico; si basa sulla scoperta del fatto che in un circuito costituito da conduttori metallici e da conduttori elettrolitici circola una corrente elettrica (è detta anche p. a colonna, o p. elettrica, o p. chimica). La p. a tazze (o a corona di tazze), sempre realizzata da Volta, è invece costituita da varî recipienti che contengono un elettrolito costituito da acqua e acido solforico, in cui pescano una lamina di rame e una di zinco (elettrodi, rispettivamente, positivo e negativo), separate in ciascun recipiente, ma collegate in serie, cioè in modo che l’elettrodo negativo del primo recipiente sia collegato a quello positivo del secondo, e così via. P. primaria, denominazione che talora si dà alle pile chimiche propriam. dette per distinguerle dagli accumulatori elettrici, detti anche p. secondarie. Pila a secco, il tipo più diffuso per l’alimentazione di piccoli apparecchi portatili (torce elettriche, apparecchi radioricevitori o trasmittenti, apparecchi di misurazione o di calcolo, protesi acustiche, ecc.), in cui l’elettrolito anziché liquido ha una consistenza gelatinosa oppure è immobilizzato da opportune sostanze inerti: è per lo più costituita da un cilindretto di carbone di storta (elettrodo positivo) circondato da una pasta gelatinosa umida di una miscela di cloruri (di ammonio, di zinco e di mercurio) contenuta a sua volta in una capsula cilindrica di zinco (elettrodo negativo); l’involucro, in passato di carta o di cartone, è oggi di lamierino d’acciaio (cosiddette p. corazzate o blindate), per rendere più efficace la sigillatura ed evitare i trasudi e le dispersioni di liquidi; altri tipi di pile a secco: p. alcaline, p. al mercurio, al cadmio, al magnesio, all’alluminio, ecc.; p. verdi, senza mercurio (che è inquinante); p. ricaricabili, che possono essere ricaricate mediante appositi caricatori. P. a combustibile, denominazione corrente di un tipo di convertitore di energia in cui l’energia chimica di un combustibile viene trasformata direttamente in energia elettrica per mezzo di processi elettrochimici; il dispositivo è costituito da due elettrodi metallici porosi, immersi in un elettrolito, e riforniti in modo continuo dal combustibile (sull’anodo) e dall’agente ossidante (sul catodo); sono utilizzate per l’alimentazione elettrica delle navicelle spaziali e, in abbinamento con le batterie tradizionali, potrebbero risolvere con successo il problema della trazione elettrica di veicoli terrestri e marini. Anche in senso fig., spec. nelle espressioni avere le p. scariche, essere stanchi fisicamente; aver bisogno di ricaricare le p., aver bisogno di riposo. Come locuz. agg., a pile, di apparecchi che sono alimentati da pile: radio, registratore, mangianastri a pile. b. Correntemente, ma impropriam., il termine è usato anche per indicare l’apparecchio portatile di illuminazione costituito da una piccola lampada elettrica alimentata da una pila. c. estens. Denominazione di altri tipi di generatori di energia elettrica il cui funzionamento non si basa su reazioni elettrochimiche: p. fotoelettriche o fotoelettroniche (dette anche pile o celle o cellule solari), cellule fotovoltaiche usate per la trasformazione dell’energia raggiante del Sole in energia elettrica. 6. Denominazione (p. atomica o p. nucleare, ingl. atomic pile) data da E. Fermi al primo reattore nucleare (1942), il cui elemento caratteristico era una struttura di mattoni di grafite; oggi si preferisce la denominazione, più propria, di reattore nucleare (v. reattore). 7. Nome dato in passato al controconio, usato nella coniazione di monete o medaglie. 8. In araldica (per traduz. del fr. e ingl. pile), pezza onorevole, rara in Italia e quasi esclusiva degli stemmi inglesi, formata da due linee che partendo dal lato superiore dello scudo convergono nella punta formando un triangolo isoscele. Si definiscono in pila le figure poste nella disposizione della pila (per es., due spade che, partendo con le impugnature dagli spigoli superiori, convergono nella punta). ◆ Dim. pilétta, con accezioni partic. (v. piletta1). V. anche pilone1.