pigmeo
pigmèo s. m. (f. -a) [dal lat. Pygmaeus, e questo dal gr. Πυγμαῖος, der. di πυγμή «pugno; cubito», quindi propr. «alto un cubito»]. – 1. Presso gli antichi Greci, erano così indicati gli appartenenti a un favoloso popolo di nani, localizzati solitamente presso le sorgenti del Nilo ma talora anche in India, Tracia o Libia, menzionati da Omero e spesso raffigurati, nell’arte antica, in umoristiche scene di lotta contro le gru, loro nemiche, probabilmente perché, secondo una leggenda, una loro donna (o regina), Ènoe (o Gerana), non avendo prestato il dovuto culto a Era, era stata da questa trasformata in gru. 2. In etnologia e in antropologia culturale, il nome è passato a designare gli appartenenti a popolazioni, caratterizzate da bassa statura (sotto i 150 cm), dislocate nelle foreste equatoriali africane (i Bambuti, nel Congo, e i Negrilli, nel Gabon) e asiatiche (i Semang, nella penisola di Malacca), organizzate in gruppi comprendenti alcune famiglie (normalmente una trentina di individui), dediti alla raccolta e alla caccia all’interno di un territorio i cui limiti sono rispettati dai gruppi limitrofi; presentano una cultura materiale poco evoluta (talché per taluni studiosi sarebbero il ceppo umano più antico) in contrasto con la complessità delle loro concezioni religiose e mitologiche incentrate sulla foresta, vista come entità protettrice che condiziona la vita e la morte degli esseri umani: una tribù, un villaggio di pigmei. Anche come agg.: popolazioni pigmee. 3. a. estens. Persona di statura molto piccola: di fronte a lui sono, o mi sento, un pigmeo. b. fig. Persona di basso livello (o considerata tale) quanto a cultura, capacità, doti morali, valore intrinseco; nullità: si sente importante, ma è solo un p.; Interroga de gli avi i monumenti E impreca e tuona su’ pigmei presenti (Carducci). 4. a. In biologia, caldaia dei p. (v. caldaia, n. 4). b. In geografia fisica, marmitta di p. (v. marmitta, n. 3 c).