pieno1
pièno1 agg. [lat. plēnus (della stessa radice di implere, complere, che è anche nel gr. πλέως «pieno», πίμπλημι «riempire», ecc.)]. – 1. a. Che contiene tutto quello che può contenere: un sacco p.; una valigia p.; uno zaino p. (e rafforzato, p. zeppo, p. da scoppiare, p. come un uovo); un bicchiere p., p. fino all’orlo, colmo; avere lo stomaco p.; non posso parlare perché ho la bocca p.; una pagina p., un foglio p., completamente scritti; avere il portafoglio p., ben fornito di denaro; anche, affollato, gremito, esaurito: quando siamo entrati, il cinema era già p.; l’autobus era così p. che non sono riuscita neppure a entrare. Con specificazione del contenuto: un secchio p. d’acqua; un fiasco p. di vino; un sacco p. di caffè; un vasetto p. di marmellata; un frigorifero p. di provviste; un armadio p. di vestiti; una parete p. di quadri; uno scaffale p. di libri; una piazza p. di gente. Si dice spesso anche in senso più generico, non assoluto, di cosa che ne contiene altra in gran quantità o che ne ha, ne contiene altre in gran numero: una stanza p. di luce; un cielo p. di stelle; un cassetto p. di carte; un giardino p. di piante; un vestito p. di macchie; un compito p. d’errori; un libro p. d’illustrazioni. b. In usi fig., con riferimento a sentimenti, passioni, sensazioni e sim.: avere l’animo p. di gioia, di tristezza, di riconoscenza; essere p. di ammirazione, d’invidia, di rabbia; avere gli occhi p. di stupore; essere p. di buone intenzioni; parole p. d’affetto, di comprensione; essere p. di qualità, di pregi, di difetti; essere p. di guai, di acciacchi, di debiti; per tutta la settimana sarò p. di lavoro; essere p. d’anni, essere molto vecchio; essere p. di vita, di persona attiva, vivace, dinamica; essere p. di sé, di persona presuntuosa, boriosa; con uso assol.: una giornata p., ricca di impegni, produttiva; una vita p., vissuta intensamente, ricca di esperienze e di contatti umani. 2. Sazio: mi sento p., non posso mangiare altro; fig., annoiato, stufo, seccato di qualche cosa: sono p. di queste chiacchiere, di queste polemiche, non ne posso più (e fam. ne ho p. le tasche, le scatole, eufemismi di espressioni più pop. o volg., come ne ho p. le palle e sim.); son venuto via, che n’ero p., per non risicar di perdere la pazienza, e di levargli il rispetto (Manzoni). 3. a. Che ha il suo contenuto normale, che contiene quanto deve contenere (in contrapp. a vuoto): certe noci sono vuote, altre piene; mandorle p.; spighe piene. b. Che non ha spazî vuoti, massiccio: una palla, un copertone di gomma p.; una sbarra di ferro p.; un muro pieno. Con riferimento a parti del corpo, paffuto, grassoccio, bene in carne: un bambino con le guance rosse e p.; il viso gli si è fatto più p.; deve far ginnastica, perché ha i fianchi troppo p.; aveva un bel seno pieno. Nel ricamo, punto p. (o passato), quello fatto con punti diritti e obliqui che seguono fedelmente il disegno (serve come imbottitura dei ricami a forte rilievo). Fig.: voce p., che ha volume, sonora. c. Di cosa che ha raggiunto il massimo grado, il punto più alto del suo sviluppo, della sua completezza: in p. estate; in p. giorno, in p. notte; era giorno p.; arrivare alla p. maturità; giungere alla p. maturazione; Avanti che l’età mia fosse piena (Dante), fosse giunta ai 35 anni in cui tradizionalmente si poneva l’acme della vita umana. Talvolta per indicare semplicem. il punto centrale di qualche cosa: colpire in p. petto, in p. faccia, in mezzo al petto, in mezzo alla faccia. d. Ormai ant., acqua p., di un fiume, gonfia (v. piena s. f.); con riferimento al mare, alta marea. 4. Di cosa che è completa, intera, senza mancanze o limitazioni: luna p. (v. luna). Com. l’uso fig., col sign. di totale, assoluto, in espressioni quali: conseguire una vittoria p.; avere p. soddisfazione; raggiungere un p. accordo; dare p. ragione; godere della p. fiducia di qualcuno; offre p. garanzia; avere p. stima di una persona; raggiungere una p. guarigione; essere in p. regola; ottenere il p. riconoscimento dei proprî diritti; essere nel p. possesso delle proprie facoltà mentali; faccia pure, ne ha p. facoltà; assoluzione con formula p., per non aver commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato; essere promosso, laureato, eletto a p. voti, con il massimo dei voti; fare p. luce su un avvenimento; agire in p. buona fede; p. impiego, p. occupazione (v. occupazione, n. 2 b); tempo p. (v. tempo, nel sign. 2 l); p. poteri (v. potere1, n. 2 b). 5. letter. Appagato, esaudito, soddisfatto: Se fosse tutto p. il mio dimando (Dante); con riferimento al tempo, compiuto, concluso: E, pieno l’anno, di votivo onore L’ara ti splende (Carducci). 6. Con accezioni partic.: a. In botanica, detto di fiore, è sinon. di doppio. b. In enologia, un vino p., o di sapore p., corposo e di buon tenore alcolico. c. Nel gergo teatrale, commedia p., la produzione teatrale che impegna il maggior numero di attori o tutta la compagnia. d. Nella costruzione navale, di figura o volume che ha una forte pienezza (v.). e. In araldica, si blasona pieno lo scudo che ha il campo di metallo o di colore o di pelliccia senza alcuna figura. 7. Locuzioni avv.: a pieno, completamente (più spesso in una sola parola, v. appieno); in pieno, completamente, totalmente: accetto in p. le mie responsabilità; hai sbagliato in p.; cogliere in p., centrare il bersaglio (e, fig., indovinare). Con aggiunta di un sostantivo: a bocca p., con la bocca piena di cibo; a stomaco p., dopo aver mangiato (spec. nelle prescrizioni mediche: la medicina va presa a stomaco p.); a p. vele (più com. a gonfie vele); a p. orchestra, di parte di un brano musicale eseguita con il concorso di tutti gli strumenti (si dice anche, con uso sostantivato, un pieno orchestrale); a p. voce, con tutta la forza della voce, a voce spiegata; a p. mani, tenendo nelle mani la maggiore quantità possibile di cose (e, fig., spendere, donare a p. mani, con grande abbondanza o generosità); a p. polmoni, inspirando quanta più aria è possibile; a p. terra, di alberi piantati nelle coltivazioni in campi estesi, senza riparo (con sign. simile, nell’uso com., in p. terra, nel terreno, non in vaso: piante che vivono bene in p. terra). 8. Con funzione di s. m., per indicare: a. Parte massiccia, non vuota o discontinua: il p. all’interno della statua; i p. e i vuoti di una facciata, di una costruzione; vuoto per pieno, nel commercio marittimo e, con altro sign., nelle costruzioni civili, v. vuoto, n. 3 e, f. b. Il limite massimo, il punto culminante di qualche cosa (v. l’analogo uso aggettivale al n. 3 c): nel p. dell’estate, dell’inverno; essere nel p. delle forze, nel p. della giovinezza; essere svegliati nel p. della notte; arrivò nel p. del litigio; era nel p. del successo. c. Rifornimento, carico completo, col quale si riempie al massimo un contenitore: fare il p. di benzina, di metano (assol., il pieno!, per chiedere all’addetto al distributore di riempire completamente di carburante il serbatoio); fare il p. d’acqua, di viveri, di provviste; anche in usi scherz.: fare il p. di cioccolatini, mangiarne o accaparrarsene una gran quantità (assol., fare il p., bere troppo). d. Il massimo importo che un assicuratore s’impone di non superare per ciascuna assicurazione di una determinata categoria di rischi; anche, il limite massimo di valore che un assicuratore è disposto a garantire in relazione a ciascun viaggio di una nave, considerandosi l’insieme di tali assicurazioni come una particolare categoria di rischi. e. ant. Il raggiungimento del capitale necessario al funzionamento di un Monte, di una compagnia di traffico, e sim.; o, anche, la copertura di una spesa. f. In paleografia e in calligrafia si chiamano pieni le parti della lettera segnate con inchiostro in contrapp. ai vuoti; p. nascente, breve porzione di lettera che s’inizia con un filetto e che a poco a poco raggiunge la massima grossezza calligrafica; p. perfetto, la grossezza massima di un elemento rettilineo o curvilineo; p. morente, parte della lettera che dal pieno perfetto degrada terminando in filetto. ◆ Tra dim. e accr. pienòtto, bene in carne, paffuto: un bambino pienotto; una faccia pienotta; per l’accr. pienóne, come s. m., v. la voce. ◆ Avv. pienaménte, interamente, completamente, del tutto: hai pienamente ragione; sono pienamente d’accordo; mi ritengo pienamente soddisfatto; non mi sento pienamente tranquillo.