piega /'pjɛga/ s. f. [der. di piegare]. - 1. [il punto in cui un oggetto o una superficie sono piegati: una p. ad angolo acuto; tagliare il foglio, la stoffa seguendo la p.] ≈ piegatura, (lett.) plica. 2. (estens.) a. [il segno lasciato da una pressatura, spec. su un abito e sim., fatta ad arte o occasionale: la p. dei calzoni, di una giacca] ≈ piegatura, pieghettatura. ● Espressioni: fig., non fare una piega [di discorso, ragionamento e sim., essere logico e conseguente: un discorso che non fa una p.] ≈ filare, non fare una grinza. ↔ difettare, (fam.) fare acqua da tutte le parti. ▲ Locuz. prep.: a pieghe [ornato con pieghe: gonna a p.] ≈ pieghettato, plissettato. b. [segno lasciato su un tessuto da uso scomposto o da stropicciamento] ≈ grinza, sgualcitura, spiegazzatura. 3. [direzione dei capelli e, anche, il verso in cui si dispongono le singole ciocche: prendere una p. sbagliata] ≈ onda, ondulazione. ● Espressioni: messa in piega → □. 4. [segno sull'epidermide: aveva una p. amara sulle labbra] ≈ crespa, grinza, (lett.) plica, ruga, segno. ● Espressioni: fig., prendere una brutta piega [di persona, contrarre cattive abitudini: hai preso proprio una brutta p.] ≈ mettersi sulla cattiva strada, sviarsi, traviarsi. ↔ redimersi, ritornare sulla retta via. 5. (fig.) [spec. al plur., parte intima, riposta: le p. dell'anima; le p. del discorso] ≈ intimo, profondo, (lett.) recesso. □ messa in piega ≈ ‖ acconciatura, pettinatura.