picco2
picco2 s. m. [stesso etimo della voce prec.] (pl. -chi). – 1. a. Cima aguzza e isolata di monte: gli ardui picchi delle Alpi. Compare in toponimi (come il corrispondente fr. pic), nei quali peraltro è più frequente pizzo (o piz): Picco dei Tre Signori (ma più com. Pizzo dei Tre Signori). b. Di uso molto frequente la locuz. avv. a picco, a piombo, a perpendicolo, con moto o direzione verticale: coste rocciose che si levano (o cadono) a picco sul mare; spesso riferita a movimento verso il profondo: andare, colare a p., affondare verticalmente (e mandare a p., far affondare), detto spec. di navi, e talora, in senso fig., di impresa fallita, di persone ridotte in miseria, e sim. Nel linguaggio marin. si dice che l’ancora è a picco quando si trova esattamente sotto la prora, essendo ancora a fondo; a p. corto, a p. lungo, quando essa è più o meno vicina a tale posizione; tirarsi a p., quando si vira la catena dell’ancora per portarla a picco. 2. Nell’attrezzatura navale, antenna simile a un mezzo pennone, a sezione circolare, con un’estremità libera (penna) e l’altra foggiata a forca (gola), che si adatta e può ruotare e scorrere lungo la faccia poppiera dell’albero al quale si appoggia: costituisce normalmente il sostegno superiore delle vele auriche e, quando è all’albero di mezzana, porta al punto di penna la sagola della bandiera nazionale. Picco di carico, asta, generalmente d’acciaio, fissata superiormente, mediante l’amantiglio, all’albero di carico e incernierata alla base (piede) sul ponte della nave o sull’albero stesso (insieme col quale costituisce il bigo): serve per l’imbarco e lo sbarco di pesi (merci, munizioni, imbarcazioni non servite da proprie gru); può muoversi verticalmente mediante l’amantiglio, e ruotare orizzontalmente intorno al suo piede mediante gli ostini, sorreggendo il peso con il pescante. Per analogia, è chiamata p. di carico anche una gru di tipo derrick sistemata sul pontile per le operazioni di sbarco dalle navi. 3. In fisica, è chiamato picco il valore massimo di una grandezza variabile in un certo intervallo (in quanto la sua rappresentazione grafica richiama alla mente il picco di una montagna). Nell’analisi statistica dei dati, è termine usato spesso come sinon. di moda (nel sign. 3 di questa voce): il p. di una distribuzione. In elettrotecnica ed elettronica, valore di p., di una corrente o di una tensione periodica, lo stesso che valore di cresta, cioè il valore massimo dell’intensità di corrente o della tensione in un periodo (v. cresta1, n. 10); valore picco-picco, la differenza tra il valore di picco positivo e quello di picco negativo di una grandezza; se questa è sinusoidale, vale il doppio del valore di picco.