picchiettare
v. tr. e intr. [der. di picchiare1, con suffisso dim.] (io picchiétto, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. tr. e intr. Battere ripetutamente su una superficie con colpi leggeri e ravvicinati: picchiettava nervosamente la matita (o con la matita) sul tavolo; prese una sigaretta e la picchiettò più volte sul dorso della mano; p. il tasto della sottolineatura (sulla macchina per scrivere o sulla tastiera del calcolatore); lo specialista ... auscultò, picchiettò con martelletti e colle nocche, diagnosticò (Bacchelli); spesso con riferimento al suono (o rumore) che accompagna il picchiettio: la pioggia continuava a p. sui vetri; con uso sostantivato dell’infinito: appena percettibile, il picchiettar delle prime gocce sui pampini (Pirandello). In partic., nel linguaggio marin. (anche picchettare), battere piccoli colpi con apposito martelletto d’acciaio (picchietto o picchetto) sul fasciame esterno o su quello di strutture interne della nave per togliere la ruggine, i residui della vernice precedente o altre incrostazioni prima di procedere alla riverniciatura. 2. Con uso assol., nella tecnica dell’esecuzione musicale, forma meno com. di picchettare (v.). 3. tr. Punteggiare una superficie con macchioline, per lo più irregolari, di colore diverso dal fondo: bacche rosse di piante picchettano il verde, anche sotto i miei piedi, di coralli rossi (Vittorini); e nel rifl., soprattutto in usi fig.: a destra il Lungarno delle Grazie, a sinistra la collina di Bellosguardo si picchiettavano dolcemente di lumi (Linati). ◆ Part. pass. picchiettato, anche come agg. (v. la voce).