piantato
agg. [part. pass. di piantare]. – Di terreno in cui siano fatte determinate coltivazioni: un pezzo di terra piantato a olivi, a vigna; anche con la prep. di: una villa ... tutta p. di ciliegi, persici, mandorli e pomi cotogni (Faldella); e in senso fig.: Piantato d’aste e di pennoni è il campo (Pascoli). Riferito alla pianta stessa: innaffiare i bulbi, gli alberelli p. da poco (dove peraltro la parola conserva il suo valore participiale); in araldica, è attributo dell’albero con le radici nascoste nel terreno, e delle torri, case, ecc. moventi da terrazzi, monti, riviere. In usi estens. e fig.: un palo p. in terra, confitto; un chiodo, un gancio p. nel muro; col cappello p. in capo, calcato; di parti o elementi del corpo, impostato, impiantato: con la testa ... saldamente p. su d’un collo taurino, egli sembrava in quell’atto un gladiatore (Pascarella); capelli biondi e ricci p. molto bassi sulla fronte (Moravia); riferito alla persona stessa, che si mantenga ferma e salda in una posizione: essere, stare ben p. sulle gambe; un caporale ... Dritto e p. lì come un piolo (Giusti); guardava immobile il mare, p. a gambe larghe in cima al molo; e riferito, più concretam., all’arto: si arrampicava lentamente, con un piede p. sulla roccia e l’altro sollevato a cercare un appoggio; come vero e proprio agg., nell’uso com.: era ben p., robusto; tutti lo chiamavano il capitano (Luigi Meneghello); un giovane bello p., una ragazza ben p., di gambe forti e di corporatura robusta ed eretta. Con altri usi fig., direttamente connessi con il verbo: gli teneva gli occhi p. addosso, lo guardava fissamente e insistentemente; era un’idea bislacca, ma ormai p. nel suo cervello, radicata.