piaga
s. f. [lat. plaga, propr. «percossa» e fig. «piaga, ferita», dal gr. πλαγά, forma dorica di πληγή «colpo, percossa»]. – 1. a. Ferita, lesione, lacerazione che, prodotta da un trauma di varia natura o, più spesso, determinata da un processo patologico, si presenta su una parte del corpo (umano o animale) come una soluzione di continuità dei tegumenti esterni, coperta di tessuto di granulazione e spesso con secrezione di pus: avere una p. sulla spalla, sotto il ginocchio; avere il corpo coperto di piaghe (e, in espressioni enfatiche: il suo corpo, il suo volto era tutto una p.); un ronzino vecchio e malandato, pieno di piaghe; per le p. da decubito, v. decubito. In veterinaria, p. estive, dermatosi di origine parassitaria che colpisce i cavalli e altri equidi, caratterizzata da una o più ulcere, che si manifestano in primavera o in estate localizzandosi agli arti e al tronco. b. Come sinon. letter. di ferita (spec. se prodotta da un’arma): el disse «Or vedi»; E mostrommi una p. a sommo ’l petto (Dante); i greci eroi, ... A poco a poco vinti dalle piaghe, L’un sopra l’altro cade (Leopardi). Anche nell’uso com.: le p. di Gesù, le p. di Cristo, o le cinque p., i segni della passione, quelli cioè lasciati dai chiodi sulle mani e sui piedi di Gesù e la ferita nel costato. 2. fig. a. Dolore ancora vivo e inconsolabile, motivo di profonda afflizione, o anche affanno amoroso: avere una p. nel cuore, nell’animo; è una p. che non si rimargina, un dolore che continua a far soffrire; riaprire, rinnovare una p. (ma più com. una ferita), riaccendere una sofferenza, o richiamarne alla memoria la causa (e analogam. irritare, inasprire, esacerbare una p.); mettere il dito sulla p., toccare un argomento doloroso, delicato, scottante. b. Grave danno, flagello, calamità: la p. della grandine, delle valanghe, delle inondazioni; più com., fenomeno sociale di particolare gravità, problema collettivo che affligge e preoccupa perché di difficile soluzione: la p. della corruzione, della delinquenza, della droga; la p. dell’analfabetismo, della disoccupazione; la p. della fame nel terzo mondo. Con riferimento al racconto biblico (Esodo 5-11), le p. d’Egitto, la serie delle dieci calamità che per volere divino si abbatterono sugli Egiziani a causa del rifiuto opposto dal faraone alla partenza degli Ebrei; talora assunte come termine di paragone o di similitudine per indicare, anche con iperbole scherz., eventi calamitosi o persone che siano fonte di guai, seccature, fastidî: quello che dicono queste p. d’Egitto che sono i giornali (Pascoli). Con lo stesso sign., e con riferimento a persone, anche il semplice piaga: quell’uomo è stato una vera p. per la nazione, è una p. per tutti noi; e in frasi o in esclamazioni di impazienza verso chi si mostra particolarmente fastidioso, o noioso, lamentoso: sei una p.!; che piaga! (o che piaga che sei!); è proprio una p. (o una gran p.), non fa che lamentarsi dei suoi guai. ◆ Dim. piaghina, piaghétta, piaghettina; pegg. piagàccia.