piacere¹ /pja'tʃere/ s. m. [uso sost. di piacere²]. - 1. [sentimento di chi sia pienamente soddisfatto, che deriva dall'appagamento di desideri, fisici o spirituali, o di aspirazioni di vario genere] ≈ contentezza, diletto, felicità, gioia, letizia, soddisfazione, voluttà. ↔ dispiacere, dolore, patimento, sofferenza. ● Espressioni: fare piacere (a qualcuno) [sembrare opportuno, giusto, meglio e sim.] ≈ e ↔ [→ PIACERE² (2. b)]; piacere [formula di cortesia in uso nelle presentazioni tra le persone] ≈ (molto) lieto; prendere piacere (in qualcosa) [ricavare gioia e soddisfazione da qualcosa: prendere p. in un gioco] ≈ dilettarsi (di), godersi (ø). 2. a. [cosa che dà piacere, che soddisfa: i p. della tavola; i p. materiali] ≈ diletto, godimento. ↑ lascivia, libidine, lussuria. ↔ [→ PIACERE¹ (1)]. ● Espressioni: disus., casa di piacere → □. b. [azione volta a compiacere qualcuno: fare, chiedere, ricambiare un p.] ≈ cortesia, favore, gentilezza, regalo, servizio. ↑ carità, grazia. ↔ dispetto, scortesia, sgarbo, villania. ▲ Locuz. prep.: per piacere [formula di cortesia nel domandare qualcosa: per p., vuoi dirmi che ora è?] ≈ cortesemente, (lett., scherz.) di grazia, per cortesia, per favore. 3. [criterio personale di scelta, di decisione, per lo più nelle locuz. a mio (o a tuo, a vostro, ecc.) p.] ≈ arbitrio, capriccio, comodo, desiderio, discrezione, piacimento, volontà. ▲ Locuz. prep.: a piacere [senza limiti o restrizioni, secondo i gusti personali] ≈ a discrezione, ad libitum, a piacimento, a volontà. □ casa di piacere [luogo in cui si esercita la prostituzione] ≈ (volg.) bordello, casa chiusa (o di tolleranza), (volg., pop.) casino, (lett.) lupanare, (lett.) postribolo. [⍈ AMORE]