pesce
pésce s. m. [lat. pĭscis]. – 1. a. Nome dei vertebrati acquatici inferiori con scheletro interno cartilagineo o osseo (v. pesci1); nel linguaggio com. si comprendono erroneamente sotto questo nome anche molti invertebrati acquatici, spec. se commestibili (come molte specie di crostacei e di molluschi). Al sing., con valore collettivo: mare ricco, povero di pesce; distinguendo secondo il diverso habitat: pesce di mare, di fiume, di lago; p. di scoglio, d’alto mare; secondo la grandezza: p. grosso, p. minuto; inoltre: p. da taglio, che si vende solitamente a taglio (come, per es., il tonno e il pesce spada); p. fresco, quello pescato da poco o, più genericam., quello che si consuma senza sottoporlo precedentemente a processi di conservazione o a preparazioni particolari (come invece il p. carpionato, marinato, salato, seccato, affumicato, sott’olio, congelato, surgelato). Sempre con valore collettivo, p. azzurro, le specie (scombri, sardine, acciughe, ecc.) così chiamate per le sfumature azzurrognole delle scaglie. Al plur., p. rossi, denominazione pop. di alcune varietà della specie Carassius auratus, selezionate e allevate a scopo ornamentale; p. elettrici, pesci appartenenti a diversi gruppi sistematici (come le torpedini, il gimnoto, il malatteruro) che possiedono fibre muscolari o ghiandole cutanee trasformate in organi elettrici (v. elettrico, n. 2), capaci di produrre elettricità a scopo difensivo, aggressivo o anche di orientamento. Per altre denominazioni, v. in fondo alla voce. Per la costellazione dei Pesci, v. pesci2. b. Al sing., con sign. generico: pelle di pesce, lo stesso che pelle di pescecane (v. pescecane, n. 1 a); colla di pesce, v. colla1; farina di pesce, v. farina, n. 2 a; olio di pesce, v. olio, n. 2. c. Ancora al sing., e con valore collettivo, alimento costituito dalla carne di pesci o di altri animali acquatici cucinati in varî modi: mangiare (il) p.; ristorante specializzato in p. o per il p.; p. fritto, lesso, arrosto, alla griglia; frittura di p.; zuppa di p.; p. crudo alla giapponese; spinare, pulire, friggere, arrostire il p.; posate da p., forchetta e coltello di forma speciale, particolarmente adatta per questo tipo di vivanda; spesso in contrapp. a carne: preferire il p. alla carne; in senso fig., non essere né carne né p., con riferimento a persona incerta fra due opposti modi di essere e di sentire, in partic. ad adolescente che è nella fase di transizione tra la fanciullezza e l’età adulta, o più genericam. a persona insulsa o a chi non ha una precisa collocazione (politica, ecc.). d. In alcune locuz., come termine di paragone o in senso fig.: nuotare come un p., in modo perfetto; esser sano come un p., in ottima salute; esser muto come un p., stare in totale silenzio; gettarsi a pesce, fare un salto a pesce, lanciarsi in acqua con il corpo proteso in avanti; per estens., fam., buttarsi, gettarsi a p. su qualcosa, protendersi su di essa manifestando avidità, curiosità e sim. (si gettarono a p. sui pasticcini); andare a far compagnia ai p., annegare; non sapere che pesci prendere, o pigliare, non sapere che cosa fare, quale comportamento tenere, come cavarsela, e sim.; essere (come) un p. fuor d’acqua, trovarsi a disagio in un ambiente o in una situazione che non si conosce; fare il p. in barile, far finta di nulla, non prendere una posizione chiara fra due opposti partiti, allo scopo di non compromettersi; scherz., fare l’occhio di p. morto a qualcuno, fargli gli occhi languidi; trattare, prendere qualcuno a pesci in faccia, trattarlo male, in modo villano e sgarbato. Proverbî: chi dorme non piglia pesci, non riesce a combinare nulla; i p. grossi mangiano i piccini, i più deboli sono destinati a essere sopraffatti (per altri due proverbî, v. puzzare). 2. Pesce d’aprile, scherzo che si usa fare il primo giorno d’aprile, secondo una tradizione popolare diffusa nella maggior parte dei paesi europei e in America: consiste generalm. nel mandare una persona a cercare qualcuno o qualcosa che non troverà, facendole così fare un viaggio inutile, o nel farle credere che è stata richiesta da qualcuno, altre volte nel diffondere notizie false e clamorose o in altri tipi di beffe (la denominazione stessa è malamente spiegata, anche se qualche volta lo scherzo consiste proprio nell’appendere un pesce di carta dietro la schiena di una persona, senza che questa se ne accorga, e facendola andare in giro così). 3. a. pop. Il bicipite, cioè il muscolo del braccio, spec. quando è contratto nello sforzo: fare il pesce. b. In macelleria, taglio pregiato di carne bovina, nella parte posteriore, chiamato anche, nelle varie regioni, muscolo, piccione, campanello. c. fam., merid. Pene, membro virile (cfr. il più com. uccello). 4. In tipografia, errore di composizione consistente nel saltare una parola o una frase intera dell’originale (lo stesso che lasciatura). ◆ Dim. pescétto (v.), e più com. pesciolino (v.), non com. pesciatèllo (v.); spreg., poco com., pesciùccio; tra dim. e spreg. il letter. pesciatto e pesciàttolo; leggermente accr. pesciòtto; accr. pescióne; pegg. pesciàccio. ◆ Si elencano qui di seguito, in ordine alfabetico, i nomi comuni di alcune specie di pesci, tra le più note, che sono contraddistinte con particolari determinazioni: p. angelo, sinon. di pesce squadro (v. squadro2); p. arciere, pesce della famiglia tossotidi (Toxotes jaculator), caratteristico delle zone costiere salmastre e delle foreste di mangrovie dell’Asia sud-orientale, così chiamato per la capacità di lanciare forti getti d’acqua con la bocca, allo scopo di catturare insetti in volo; p. d’argento, nome region. di un pesce della famiglia trachitteridi (Trachypterus trachypterus) e, in Toscana, di un teleosteo della famiglia argentinidi (Argentina sphyraena); p. bandiera, nome region. di varie specie appartenenti a generi diversi: Cepola rubescens, Alopias vulpinus, Lepidopus caudatus, Trachypterus trachypterus; p. cavaliere, pesce della famiglia scienidi (Equetus lanceolatus), con livrea multicolore, che vive nei banchi di corallo dell’Oceano Indiano; p. chitarra, sinon. di p. violino; p. combattente, pesce teleosteo dell’ordine perciformi (Betta pugnax); p. fiamma (detto anche p. bandiera e p. sciabola), pesce della famiglia trichiuridi (Lepidopus caudatus); p. foglia, pesce della famiglia ciclidi (Pterophyllum scalare) che abita il bacino del Rio delle Amazzoni ed è stato introdotto in Europa come pesce ornamentale: ha forma compressa, pinne lunghissime, ed è ornato da fasce trasversali grigio-nere su un fondo verdastro; p. palla, nome comune di pesci appartenenti alla famiglia tetraodontidi, che vivono soprattutto nei mari tropicali di tutto il mondo; p. paradiso, pesce perciforme (Macropodus opercularis) allevato a scopo ornamentale; p. prete, altro nome comune dei pesci appartenenti al genere uranoscopo; p. sciabola, altro nome del p. fiamma; p. violino, pesce cartilagineo della famiglia rinobatidi (Rhinobatus rhinobatus), detto anche p. chitarra; p. volante, nome di varî pesci della famiglia esocetidi, e in partic. di Exocoetus volitans, dotati di pinne pettorali molto allungate, grazie alle quali possono librarsi in aria, fino all’altezza di 2 m e per tratti di 20 o 30 m (sono detti anche pesci rondine); è anche altro nome della rondine di mare. Per pesce cane, pesce spada, v. pescecane e pescespada; per il p. san Pietro, v. sampietro; per altre denominazioni, nelle quali la parola pesce è di solito presente (p. gatto, p. luna, p. martello, p. persico, p. pilota, p. sega, ecc.), o può anche mancare, come per es. (p.) donzella, (p). regina, (p.) rospo, (p.) squadro, ecc., si veda sotto il secondo componente.