pertica
pèrtica s. f. [lat. pĕrtĭca, voce di origine italica]. – 1. a. Stanga, bastone di legno piuttosto lungo, che si adopera per varî usi: bacchiare con una p. le noci, le castagne, le olive; spingeva la barca facendo forza con una p. sul fondo del fiume; misurò l’altezza dell’acqua con una pertica. b. In senso fig., nell’uso fam., persona molto alta e magra: tu che sei una p. dovresti facilmente arrivare lassù. Meno com., scherz., al plur., gambe molto lunghe: misesi a sgambettare colle sue magre e lunghe pertiche (Pellico). 2. Con sign. tecnici partic.: a. Attrezzo da palestra sul quale si eseguono gli esercizî ginnici di salita o arrampicata: consiste in un’asta di legno di frassino a sezione circolare, liscia, del diametro di 5 cm, alta da 4 a 6 m, che viene fissata verticalmente (in numero di due o più) sul palco di salita (v. palco, n. 4). b. Supporto per addestrare i falconi da caccia: p. alta, asta disposta orizzontalmente, ricoperta di tela e provvista in basso di un canovaccio; p. curva, analogo supporto ricurvo, corredato in basso da un semicerchio di tela. c. In selvicoltura, pollone sviluppato che sorge dalle ceppaie di un albero; lo stesso che palina1. 3. a. Unità di misura di lunghezza equivalente a dieci piedi (cioè a circa 2,956 m) usata dagli antichi Romani con il nome di pertĭca o anche di decempĕda. b. Unità di misura di lunghezza e di superficie in uso in varî paesi prima dell’adozione del sistema metrico decimale: in Italia la misura di lunghezza si aggirava intorno a 3 m, la misura di superficie (p. agraria) intorno a 600 m2. Per i valori della pertica nei sistemi di misura britannici, v. perch. ◆ Dim. pertichétta, pertichina; accr. perticóna, e più spesso perticóne m. (v.).