pericolo
perìcolo s. m. [dal lat. pericŭlum «esperimento, processo giudiziario, rischio»]. – 1. a. Circostanza o complesso di circostanze da cui si teme che possa derivare grave danno: essere, trovarsi in p.; correre p.; un serio p. ci minaccia, ci sovrasta; affrontare il p.; esporsi al p.; schivare, scongiurare un p.; sottrarsi a un p.; scampare un p. (o da un p.); salvarsi da un p.; visto il p., se la diede a gambe; specificando l’evento dannoso che si teme possa verificarsi: c’è p. di epidemia; a quei tempi c’era spesso p. di sommosse; c’è p. di perdersi in mezzo a tutta questa gente; p. di morte o p. di vita, ant. p. della vita, seria eventualità di perdere la vita (sicché essere in grave p. di morte, e essere in grave p. di vita sono praticamente sinonimi). In partic., in diritto, reati di pericolo, quelli così definiti dalla dottrina giuridica e previsti dalla legge penale non perché il comportamento del reo leda effettivamente interessi altrui, ma perché crea un rischio intollerabile a carico di altri soggetti (per es., il reato di incendio di cosa propria, punito nei limiti in cui dal fatto derivi pericolo per la pubblica incolumità); p. pubblico, stato eccezionale dell’ordine pubblico, dichiarato nell’evenienza di gravi disordini dal ministro dell’Interno con l’assenso del presidente del Consiglio: è un istituto risalente al periodo fascista (per un altro sign. dell’espressione, v. oltre). Nella teologia cattolica, p. dell’anima e dello scandalo, a proposito di atto che può fornire al prossimo l’occasione di una grave colpa. Locuzioni: in caso di p., nell’eventualità che si verifichi una situazione di pericolo (in caso di p., avvertimi immediatamente); a mio (tuo, suo, ecc.) rischio e p., sotto la mia (tua, sua, ecc.) completa responsabilità (se vuoi partire, lo fai a tuo rischio e p.); essere fuori p., non correre più il pericolo di morire, in partic. con riferimento a malati (ormai è fuori p.; i medici lo hanno dichiarato fuori pericolo). In frasi ellittiche, come segnalazione o avvertimento: Pericolo!; Attenzione, pericolo! b. Con sign. concr., cosa, evento, fenomeno e, più raram., persona che costituisce un pericolo: i p. del mondo; la vita d’oggi è piena di pericoli; affrontare i p. del mare (o della foresta, ecc.); qui non ci sono p. per i bambini; quell’individuo è un vero p. per la società; p. pubblico, persona che rappresenta una grave minaccia per la sicurezza del vivere civile e, in tono scherz., chi, con il suo comportamento, porta agitazione, turbamento e sim. in un ambiente; p. pubblico numero uno, lo stesso che nemico pubblico numero uno (v. nemico, n. 1 a); p. giallo (v. giallo, n. 3 b). Anche, spec. al plur., luogo che presenta o nasconde pericoli: hai quel maledetto gusto d’andare a cercare i p., quando c’è tanto sentiero! (Manzoni). c. Segnale di pericolo, segnale con il quale si comunica ad altri (per es., lanciando un SOS) di trovarsi in una situazione pericolosa, o, più comunem., quello con cui si avverte dell’esistenza di una situazione pericolosa, come, per es., quelli usati sulle spiagge in caso di mare mosso per sconsigliare di bagnarsi e quelli usati nella segnaletica stradale (segnale triangolare con riga nera verticale in campo bianco ed eventuale pannello esplicativo). 2. Nel linguaggio fam., caso, probabilità, soprattutto in frasi iperboliche del tipo: non c’è p. che faccia quel che gli si dice; non c’è p. che mi offra mai qualche cosa; anche nell’espressione non c’è p., come risposta rassicurativa: «Non dimenticare la tua promessa» «Non c’è pericolo».