perforatore
perforatóre agg. e s. m. [dal lat. perforator -oris, der. di perforare «perforare»]. – 1. agg. e s. m. a. (f. -trice) Chi, o che, perfora; in partic., operaio che attende a lavori di perforazione, in miniere, campi petroliferi e sim.; anche, chi è (o era) addetto alla perforazione di schede e nastri per macchine meccanografiche e elettroniche. Con valore attributivo nelle locuzioni: martello p., macchina portatile ad aria compressa usata nella tecnica mineraria per preparare fori di piccolo diametro e di modesta profondità; macchina perforatrice, v. perforatrice. b. In zoologia, di animale (o l’animale stesso) capace di perforare un substrato (rocce o conchiglie di altri animali), per mezzo di secrezioni chimiche o con mezzi meccanici. 2. s. m. a. Nella tecnica mineraria, apparecchio (detto anche foratubi) usato per perforare, in corrispondenza di strati produttivi, la tubazione metallica e il mantello di cemento di cui è costituita la parete di un pozzo petrolifero, allo scopo di consentire l’estrazione degli idrocarburi: si distingue un p. meccanico, che fora la parete del pozzo mediante lame opportunamente manovrate; un p. a proiettile, che pratica i fori mediante particolari proiettili; un p. a getto che, grazie a cariche cave, produce getti di gas ad alta pressione e temperatura. b. Nell’alpinismo, attrezzo usato per praticare fori nella roccia al fine di alloggiarvi chiodi a pressione o chiodi a espansione: è composto da una punta di acciaio a forma di corona dentata, un’impugnatura di plastica e una parte superiore metallica sulla quale si batte con il martello. c. Apparecchio per la preparazione delle strisce perforate per la trasmissione automatica dei messaggi telegrafici. d. In chirurgia, apparecchio di vario tipo (a mano, elettrico, pneumatico) utilizzato negli interventi di perforazioni ossee.