pensatoio
pensatóio s. m. [der. di pensare]. – Termine con cui si traduce usualmente il greco ϕροντιστήριον (v. frontisterio), con cui Aristofane nelle Nuvole indica scherz. la casa dove Socrate filosofeggia insieme con i suoi scolari: un comitato d’esperti ..., seduti in un socratico p., come nelle «Nuvole» d’Aristofane (E. Cecchi); quindi, in frasi per lo più scherz., luogo appartato e silenzioso in cui ci si raccoglie a meditare: ignoro che fine abbiano fatto, dopo la morte del musicista, le montagne di rulli che ingombravano il suo p. (Montale). In passato indicò anche, talvolta, l’attività del pensiero, da cui le frasi entrare nel p., cominciare ad avere serie preoccupazioni, e mettere qualcuno nel p., procurargli dei pensieri, causargli gravi difficoltà.