pendulo
pèndulo (ant. o raro pèndolo) agg. [dal lat. pendŭlus, der. di pendere «pendere»], letter. – Pendente, che pende, o che penzola: le labbra sue sono come quelle dell’orecchiuto asino pendule (Boccaccio); il frutto pendulo del pero (Pascoli); in usi poet.: ridea, Quale da rupe un gregge pendulo, Aricia al sole (D’Annunzio), in bilico su una rupe sporgente; Ardea la stella pendula del mare, Lampada eterna, sopra la sua testa (Pascoli), sospesa sul mare. Anche in alcune locuz. del linguaggio scient., in anatomia e medicina: velo p. (o velopendulo), il velo palatino (v. velo1, n. 3 c); cuore p., cuore disposto verticalmente e talora abbassato, come si ha nella cardioptosi; addome p. (o ventre p. o ventre cadente), addome che, per lo sfiancamento e la lassità della parete muscolare, pende floscio in avanti, quasi a guisa di grembiule (è frequente nelle donne che hanno avuto numerose gravidanze).