penare
v. intr. [der. di pena] (io péno, ecc.; aus. avere). – 1. Soffrire dolore fisico o morale: stasera il malato è peggiorato e pena molto; mi dispiace tanto veder p. così quei poveretti; stare in pena, in ansia: ho penato due ore qui ad aspettarti, pensando a cosa potesse essere successo. Più spesso con riferimento a sofferenze fisiche prolungate: un male senza speranza di guarigione, che l’ha fatto p. per mesi; ha cessato, ha finito di p., di chi è morto dopo lunga sofferenza; o anche in relazione a sacrifici, disagi, stenti e altre sofferenze materiali o morali: quanto ha penato nella sua vita; ha avuto un figlio che l’ha fatta soltanto p. e vivere nell’angoscia; il marito se n’era andato lasciandola sola a penare. 2. Incontrare forti ostacoli e difficoltà per raggiungere uno scopo, doversi impegnare molto per superarli, o anche semplicem. stentare, fare fatica a fare qualcosa (sinon., in questo caso, di faticare, sudare): m’ha fatto p. prima di acconsentire; penò molto per uscire da quell’imbroglio; ho penato per arrampicarmi fin quassù; non sapevo dove avevo messo l’orologio e ho penato un bel po’ a ritrovarlo. Per estens., tardare, metterci molto tempo a fare o raggiungere qualche cosa: la moglie ... infermò anch’essa e penò non poco a riaversi (Cesarotti); ieri sera ho penato molto a prendere sonno; anche, nell’uso ant. o region., riferito a cose: una colla che pena molto a liquefarsi. ◆ Part. pres. penante, come agg. e sost., non com., che o chi pena, cioè soffre: Lui medesimo proclamò che tutto quanto si facesse ai poveri, ai fanciulli, ai penanti, ai piangenti, ai torturati, sarebbe fatto a Lui (Papini); in partic., i penanti, le anime penanti, le anime del purgatorio, i penitenti.