pedante
s. m. e f. e agg. [prob. der. del lat. pes pedis «piede» (dall’accompagnare a piedi), raccostato a pedagogo]. – 1. s. m., ant. a. Maestro di scuola, istitutore, pedagogo. b. Personaggio della letteratura e spec. della commedia cinquecentesca che incarna il tipo del maestro presuntuoso, di cultura limitata ma pomposo nella parlata latineggiante spesso scorretta, sordido nei vestiti e nei costumi (apparso per la prima volta nella commedia Il pedante, di F. Belo, del 1529 circa, finisce con l’irrigidirsi nella maschera del Dottor Balanzon della commedia dell’arte). 2. agg. e s. m. e f. Nell’uso moderno, e per lo più in senso spreg., chi, nell’insegnamento e nello studio, si richiama continuamente alle regole, osservandole e facendole osservare con scrupolo meticoloso e scarsa intelligenza; per estens., di chi pone una cura eccessivamente minuziosa, meticolosa, pignola in qualsiasi cosa faccia: professore p.; un uomo gretto e p.; via, non fare il p.; osservazioni, critiche da pedante. In partic., in senso polemico, chi scrive con esagerata cura della lingua e dello stile; in tono diversamente polemico, il termine è stato usato col sign. di classicista, purista a oltranza, nell’espressione amici pedanti, appellativo assunto da G. Carducci, G. Chiarini, G. T. Gargani e O. Targioni Tozzetti quando, nel 1856, traendo pretesto da un libretto di versi pubblicato dal poeta livornese Braccio Bracci, si scagliarono contro i romantici e il loro modo di scrivere. ◆ Dim. pedantino, pedantèllo; spreg. pedantùccio, pedantùcolo, pedantuzzo, accr. pedantóne; pegg. pedantàccio. ◆ Avv. pedanteménte, da pedante, con pedanteria: scrivere, commentare pedantemente; imitare pedantemente gli autori classici.