pavoneggiarsi
(ant. paoneggiarsi) v. intr. pron. [der. di pavone] (io mi pavonéggio, ecc.). – Assumere un atteggiamento superbo e vanitoso come quello del pavone quando fa la ruota; cercare ostentatamente l’ammirazione degli altri, o mostrare eccessivo compiacimento di sé: si pavoneggia nel vestito nuovo, nella pelliccia di visone; la diva si pavoneggiava davanti ai suoi ammiratori; la bambina si pavoneggia davanti allo specchio con il vestito della mamma; Turiddu ... ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll’uniforme da bersagliere e il berretto rosso (Verga). Anticam. anche senza la particella pron.: i frati ... oggi le fanno [le cappe] larghe e doppie e lucide e di finissimi panni, e ... paoneggiar con esse nelle chiese e nelle piazze, come con le lor robe i secolari fanno, non si vergognano (Boccaccio). Raro, con uso trans., atteggiare vanitosamente (il proprio corpo): egli pavoneggiò un altro poco la sua apollinea persona, e poi se n’andò via duro e superbo (Pratesi).