pastoso
pastóso agg. [der. di pasta]. – 1. Che ha consistenza molle come pasta, che è morbido e cedevole al tatto: lavorare l’argilla fino a renderla p.; una materia pastosa. Anche delle carni del corpo, spec. di quello femminile, in quanto siano morbidamente tondeggianti: una ragazza di diciassett’anni, p. e vermiglia come una pesca (Pirandello). Nel linguaggio medico, che ha consistenza molle, riferito a tumefazioni, edemi, e sim. (e anche per definire un particolare aspetto delle feci). 2. fig. a. Riferito a tinte, colori, modi stilistici (spec. nella critica delle arti figurative), lo stesso che morbido, in cui cioè la fusione dei toni è ottenuta gradatamente, senza contrasti. Di tecnica pittorica o scultoria, dolce nel modellato, senza asperità e crudezze: fu Taddeo [Zuccari] molto fiero nelle sue cose, ed ebbe una maniera assai dolce e p., e tutto lontana da certe crudezze (Vasari). b. Meno com., dello stile letterario, elegante, fluido e insieme piacevole, gustoso: il Chiabrera – a contrasto del sensuoso e pastoso Marino – è incredibilmente arido e stentato (B. Croce). c. Voce p., piena, calda, gradevole; e così del suono d’uno strumento. d. Del vino, caratterizzato da un sapore abboccato, per un contenuto residuo di zuccheri, che tuttavia non sovrasta gli altri sapori. 3. Raro con il sign. di impastato, cioè patinoso (detto della bocca o della lingua): si levava spossata, con la bocca amara e p., esaurita dall’insonnia (Serao). ◆ Dim. pastosétto.