pasticcio
pastìccio s. m. [lat. pop. *pastīcium, der. di pasta «pasta»]. – 1. Pietanza per lo più costituita da un involucro di pasta frolla o d’altro tipo e da un ripieno di pasta alimentare, precedentemente cotta e adeguatamente condita, o di carne, pesce, ortaggi, variamente trattati, generalmente fatta cuocere al forno: p. di maccheroni, di cacciagione, di cavolfiore. Con altro sign. (che traduce il fr. pâté), nella locuz. p. di fegato d’oca, ottenuto dal fegato d’oca appositamente ingrassata (spesso indicato con le espressioni fr. pâté de foie o pâté de foie-gras: v. pâté). P. dolce, preparazione dolciaria di composizione varia. 2. fig. a. Lavoro, anche intellettuale, mal fatto, disordinato, confuso: che p. hai fatto?; il tuo componimento è un vero p., un miscuglio d’idee, di frasi senza ordine e senza nesso logico; il suo discorso è stato un p. di cui nessuno ha capito niente. Anche, con riferimento a scrittura piena di correzioni e cancellature, a disegno abborracciato, e sim. b. Faccenda o situazione intricata, confusa, poco chiara: ci troviamo in un bel p.; come si fa a risolvere questo p.?; fare, combinare pasticci, complicare le cose, creare situazioni difficili; trovarsi, mettersi, cacciarsi nei p., nei guai. 3. Nel Settecento, denominazione delle opere teatrali costituite da pezzi di autori o di composizioni differenti, e più propriam. di quelle opere comiche che, procedendo da un’altra opera comica, ne presentavano sostanzialmente cambiati i libretti e i personaggi e nella parte musicale mescolavano arie, duetti, finali, sinfonia, ecc. di uno o più compositori (e molte volte la raffazzonatura era opera degli impresarî). 4. In architettura, nome dato a rilievi composti di frammenti romani e di integrazioni di stucco che nel tardo Cinquecento e nel Seicento furono posti ad ornamento delle pareti, sia esterne sia interne, di alcuni palazzi gentilizî (per es., palazzo Antici-Mattei, villa Medici e villa Doria-Pamphili a Roma). In seguito il termine è stato usato per indicare qualunque manufatto che non sia interamente falso e in cui siano riuniti, in modo arbitrario, frammenti antichi. ◆ Dim. pasticcétto (in senso proprio e fig.); pasticcino (v.); accr., non com., pasticcióne; pegg. pasticciàccio, grosso pasticcio, o grosso imbroglio, o anche brutto affare, fattaccio (per influenza del titolo di un noto romanzo di C. E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, del 1957).