passatore
passatóre s. m. [der. di passare]. – 1. non com. Chi trasporta con la barca i passeggeri da una sponda all’altra di un fiume e sim.; traghettatore: il p. non voleva dispiccarsi dall’altra riva e aveva negato di tragittare alcuni cavalieri francesi (T. Tasso). Fu così soprannominato, con allusione al suo mestiere (e detto anche P. cortese, per la sua leggendaria generosità), un famoso bandito romagnolo, Stefano Pelloni (1824-1851), ucciso in un’imboscata dopo che aveva per tre anni terrorizzato con le sue imprese il territorio delle Legazioni: Sempre mi torna al cuore il mio paese Cui regnarono Guidi e Malatesta, Cui tenne pure il Passator cortese, Re della strada, re della foresta (Pascoli, nella poesia Romagna). 2. (f. -trice) Chi aiuta ad attraversare clandestinamente le frontiere, attraverso valichi alpini.