partito-guida
(partito guida), loc. s.le m. Partito politico che determina l’orientamento di una coalizione, distribuendo e controllando il potere, in termini di seggi e incarichi. ◆ La strategia elettorale inaugurata dal capo del governo è quella che, in paesi più sofisticati, si chiama della «triangolazione». Per questa teoria non basta avere un nemico, bisogna averne due. Bisogna diventare il terzo vertice del triangolo. Il partito-guida deve dunque segnalare il pericolo rosso a sinistra, ma anche il pericolo bianco dall’altra parte: denunciare il moderatismo come vecchia politica, corrotta e affaristica, sempre i soliti democristiani. con chi voleva sfasciarlo. (Riformista, 23 febbraio 2004, p. 1, Prima pagina) • Fin qui, il riformismo – non solo quello di [Francesco] Rutelli, ma del gruppo dirigente diessino – è apparso subalterno proprio a questa logica tradizionale. Ma se i Ds provassero invece a cimentarsi con questa possibilità di esercizio effettivo di un primato? Se volessero diventare il partito-guida della sinistra che vuol cambiare? (Rina Gagliardi, Liberazione, 2 febbraio 2005, p. 1, Prima pagina) • «Sentirete che sinfonia d’autunno». Andrea Ronchi, strettissimo collaboratore di Gianfranco Fini, ha appena illustrato le iniziative che An promuoverà a ottobre e a novembre con l’intento, rimarca, «di diventare il partito guida del centrodestra, ferma restando la piena e totale lealtà a Silvio Berlusconi che è il leader della Cdl». (Lorenzo Fuccaro, Corriere della sera, 7 agosto 2007, p. 13, Politica).
Composto dal s. m. partito e dal s. f. guida.
Già attestato nella Repubblica del 17 febbraio 1987, p. 1, Prima pagina (Alberto Cavallari).