partecipare
(raro o ant. participare) v. intr. e tr. [dal lat. participare, der. di partĭceps -icĭpis «partecipe»] (io partécipo, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) a. Con la prep. a, prendere parte, far parte, cioè essere, trovarsi, intervenire insieme con altri a qualche cosa: p. al governo (ant. nel governo); p. a un’impresa, a una spedizione; p. a un convegno, a una manifestazione, a una cerimonia, a un banchetto; anche, prendere parte attiva, interessarsi fattivamente, collaborare: p. a un’iniziativa sociale, culturale; alunno che non partecipa alla vita della classe. Con sign. più particolari: desidero p. anch’io alla spesa, contribuirvi per la parte mia; p. agli utili di un’azienda, avere diritto a una parte del dividendo (nel senso di aver parte, godere insieme con altri, si trova usato anticam. anche come trans., in frasi quali p. la beatitudine celeste, la vita eterna; p. i diritti comuni, e sim.). Con valore più astratto, prendere parte a sentimenti altrui, sentirli in parte come proprî, condividerli: partecipo alla tua gioia, al vostro dolore, al vostro lutto, e sim.; meno com., p. a un segreto, esserne partecipe, esserne cioè a conoscenza. b. Con la prep. di, essere o divenir partecipe: Gesù Cristo partecipa della natura divina e della natura umana; partecipo anch’io dei difetti comuni a tutti gli uomini; è la città di Verona posta in Lombardia, a piè de’ monti che dividono la Italia dalla Magna, in modo tale che la participa di quelli e del piano (Machiavelli). 2. tr. a. letter. ant. Dividere con altri, rendere comune: E’ si tenevan l’altezze e gli onori Sanza participarle a noi giammai (Boccaccio); p. agli altri le proprie sostanze, i proprî beni. b. Nell’uso odierno, comunicare, annunciare, mettere altri a conoscenza di qualche cosa: desidero p. anche a voi la bella notizia; p. un segreto; p. la nascita di un figlio, la morte di un congiunto, le nozze della propria figlia. ◆ Part. pres. partecipante, anche come agg. e sost. (v. la voce).