Parnaso
Parnaṡo (raro Parnasso) s. m. – Propriam., nome (lat. Parnasus o Parnassus, dal gr. Παρνασός o Παρνασσός) di un massiccio montuoso della Grecia centrale, a nord del golfo di Corinto (nelle vicinanze di Delfi e anche del monte Elicona), ritenuto nell’antichità sede di Apollo e delle Muse, a cui era perciò sacro, e divenuto simbolo della poesia. Di qui, nella tradizione letter., il trapasso metonimico a significare la poesia, l’arte, l’attività e l’ispirazione poetica, e più concretam. la produzione poetica di un autore: tu prima m’inviasti Verso Parnaso a ber ne le sue grotte (Dante), mi avviasti verso la poesia (sono parole che Stazio rivolge a Virgilio); Sai che là corre il mondo, ove più versi Di sue dolcezze il lusinghier Parnaso (T. Tasso), corre verso la poesia più dilettevole. Con senso collettivo, l’insieme dei poeti di una nazione: Il Parnaso italiano, titolo di una collezione in 56 volumi contenenti i più notevoli testi della poesia italiana, edita da A. Zatta (Venezia 1784-91). In senso proprio o, più spesso, fig., il nome compare inoltre in titoli di varie opere, tra cui: Viaggio di Parnaso (1582) e Avvisi di Parnaso (1588), poemetti satirico-scherzosi di C. Caporali; Ragguagli di Parnaso (1612-13) di T. Boccalini; Viaggio in Parnaso (1621) del poeta dialettale napoletano G. C. Cortese, ecc.