parentopoli
(Parentopoli), s. f. inv. Scandalo legato a favori che si presume siano stati concessi illecitamente a familiari di politici o di personalità influenti. ◆ [Giorgio] Oppi e [Roberto] Capelli invitano anzi la [Nerina] Dirindin a limitare le spese per consulenze e addetti stampa e ipotizzano un caso di «parentopoli» a Oristano. (Francesca Zoccheddu, Unione Sarda, 10 settembre 2004, p. 1, Prima pagina) • Intanto, parla il cardiologo Paolo Rizzon sulla parentopoli. «Meglio la cooptazione che i concorsi» che sarebbero frutto di un lavoro per portare avanti una scuola piuttosto che un’altra. Il figlio Brian, anch’egli cardiologo, sta terminando il dottorato di ricerca e lavora in un ospedale pubblico della provincia. «È stato danneggiato dal cognome che porta». (Gazzetta del Mezzogiorno, 3 marzo 2005, p. 30, La Gazzetta di Bari) • In realtà, l’esponente di Rifondazione comunista ed ex assessore regionale al Lavoro coinvolto nel caso Parentopoli per aver fatto assumere la moglie in una struttura speciale della Regione Calabria è Egidio Masella. (Giornale, 6 gennaio 2006, p. 6, Il fatto).
Composto dal s. m. e f. parente con l’aggiunta del confisso -poli2.
Già attestato nel Corriere della sera del 3 settembre 1995, p. 2 (Enrico Parodi).
V. anche famigliopoli.