parassita
s. m. e agg. (raro parassito, ant. parasito, come s. m.) [dal lat. parasita o parasitus, gr. παράσιτος, comp. di παρά «presso» e σῖτος «alimento, sostentamento»] (pl. m. -i). – 1. a. In origine, denominazione in uso nell’antica Atene per designare funzionarî cultuali di alcune divinità, con attribuzioni non ben chiare, che avevano come caratteristica di partecipare alla divisione della vittima sacrificata alle divinità stesse; più tardi (almeno dal sec. 4° a. C.) il termine assunse il significato di scroccone sfrontato, amante della buona cucina, spesso incaricato di allietare con buffonerie gli invitati a un banchetto. b. Nell’uso odierno, anche come s. f., chi mangia e vive alle spalle altrui: attorniarsi di adulatori e parassiti. Più genericam., persona che vive senza lavorare, sfruttando le fatiche altrui, o che vive alle spalle degli altri, senza alcun contributo personale sul piano del lavoro e della produttività: è un p. della società; vivere da p., fare il parassita. Come agg.: un individuo p.; un ente parassita. 2. In biologia, ogni animale o vegetale il cui metabolismo dipende, per tutto o parte del ciclo vitale, da un altro organismo vivente, detto ospite, con il quale è associato più o meno intimamente, e sul quale ha effetti dannosi; frequente come agg.: insetti p., organismi p.; piante parassite. Si distinguono ectoparassiti, che vivono sulla superficie esterna dell’ospite (come pidocchi, zecche, pulci per gli animali, e funghi, cocciniglie per le piante), e endoparassiti, che vivono all’interno del corpo dell’ospite, dove possono avere le più diverse localizzazioni (sangue, cavità interne, organi varî); sono detti endofagi i parassiti le cui larve vivono e si nutrono a spese del tessuto dell’ospite; p. obbligati (o oloparassiti) gli organismi che possono vivere esclusivam. come parassiti (per es., la tenia, e, tra gli organismi vegetali, le angiosperme parassite); p. facoltativi quelli che possono sia condurre vita libera sia vivere come parassiti di altri organismi (per es., le larve di alcuni insetti ditteri) e, tra gli organismi vegetali, quelli capaci di nutrirsi anche saprofiticamente (come, per es., i batterî del tetano); in botanica, si distinguono inoltre come piante oloparassite quelle prive di clorofilla (per es., le specie dei generi Cuscuta e Orobanche), e emiparassite quelle con clorofilla (per es., il vischio), perché capaci di una parziale nutrizione autotrofa. I principali parassiti del corpo umano sono microrganismi (batterî, protozoi, virus), vermi, insetti, acari, ma in medicina si designano come parassiti solo quelli di origine animale; nell’uso com., invece, il termine indica soprattutto gli insetti (pidocchi, cimici, pulci), talora con leggero valore eufemistico: aveva la testa, la camicia piena di parassiti; letto, muri infestati da parassiti. 3. In teratologia, nel caso di anomalie fetali doppie asimmetriche, è così detto il gemello incompleto portato dall’individuo bene sviluppato (autosita), al quale è unito nella regione cefalica, o cervicale, o toracica o addominale. 4. In aeronautica, velivolo p., il velivolo dotato di propulsione a getto, portato da altro velivolo di mole maggiore sotto la fusoliera, che può essere rilasciato, dopo la messa in funzione del propulsore, per la missione da compiere, e che può, eventualmente, tornare ad agganciarsi al velivolo con una manovra opportuna. 5. a. In radiotecnica, disturbi p. (anche parassiti s. m.), i disturbi di diversa natura e origine (p. atmosferici, p. industriali, ecc.) che possono perturbare la ricezione dei radiosegnali. Con altro sign., antenna p., antenna che non viene direttamente alimentata, ma è eccitata dai campi prodotti da altre antenne o elementi del sistema di antenne, concorrendo a determinare le caratteristiche del sistema stesso. b. In elettrotecnica, correnti p., correnti elettriche, generate nelle parti conduttrici di un apparecchio dalle forze elettromotrici indotte da campi magnetici variabili, che in genere costituiscono una inutile dissipazione di energia; si parla anche di capacità p., resistenze p., induttanze p. con riferimento a effetti capacitivi, resistivi o induttivi non desiderati in apparecchi, strumenti, elementi circuitali (resistenze, induttori, condensatori, diodi, transistori, ecc.). c. In metrologia, coefficiente p., il coefficiente che compare nelle relazioni tra grandezze fisiche quando si usano unità di misura incoerenti tra loro (per es., se si misurano le lunghezze in metri e le aree in ettari, occorrerebbe introdurre nella formula per il calcolo delle aree il coefficiente parassita 10-4).