paramilitarismo
s. m. L’uso di bande armate organizzate secondo una struttura militare, ma estranee all’esercito regolare. ◆ Per il segretario della Lega Nord Roberto Nicolich, invece, l’ordinanza di Vado è troppo blanda: «Da mesi avevamo sollevato il problema del racket della prostituzione. […] Quest’inverno avevamo minacciato anche l’uso di Ronde Padane in camicia verde per scoraggiare il traffico di prostitute, clienti e magnaccia. Fummo accusati di paramilitarismo e così le prostitute hanno proseguito l’attività mentre i protettori si sono arricchiti». (Stampa, 23 agosto 1998, Savona, p. 1) • Non esistono veri partiti di destra in Venezuela. Esiste solo l’ultradestra da strada, il paramilitarismo che i grandi signori delle tv usano come manovalanza del terrore, qualche attempato intellettuale in cerca di gloria e ciò che rimane dei due vecchi partiti che governarono insieme l’era pre-Chávez con un patto di non aggressione (il patto di Punto Fijo): Azione democratica e Copei. (Angela Nocioni, Liberazione, 5 marzo 2004, p. 9, Mondo) • «Stiamo assistendo a un risveglio di coscienza – commentava uno studente italiano che da cinque anni vive nel Paese andino, osservando la marea di gente che giovedì 6 marzo sfilava per la Avenida Settima di Bogotà per dire basta ai crimini di Stato e al paramilitarismo –. Una delle cose più drammatiche del conflitto interno fra guerriglia, esercito e paras è l’ignoranza di molti colombiani. Sono le grandi distese rurali i teatri di battaglia, lontani anni luce dalla vita cittadina. Ma qualcosa sta cambiando». (Stella Spinelli, Stampa, 9 marzo 2008, p. 14, Estero).
Derivato dall’agg. paramilitare con l’aggiunta del suffisso -ismo.