paramatrimonio
(para-matrimonio), s. m. Contratto pubblico tra due persone simile all’unione matrimoniale. ◆ Aspettiamoci quindi nuovi defilé protestatari. Ma ormai bisogna prenotarli con largo anticipo. Sabato, per esempio, è già preso: sfileranno i delusi del «Pacs», il «paramatrimonio omosessuale» – come lo definisce la Destra che il 9 ottobre lo bocciò a sorpresa in aula, causa l’ignavo assenteismo ps. Fu la prima avvisaglia. Un fulmine a ciel sereno. (Enrico Benedetto, Stampa, 14 ottobre 1998, p. 10, Estero) • I Pacs? «In Italia non ci saranno. Non serve un para-matrimonio. Ho due amiche lesbiche splendide, e sono le prime a dire che dei Pacs se ne fregano» [Giuseppe Fioroni intervistato da Aldo Cazzullo]. (Corriere della sera, 18 maggio 2006, p. 11, Politica) • [Cesare] Salvi ha rifiutato di assumere questo [il provvedimento governativo] come il testo base su cui lavorare in commissione, con l’evidente disapprovazione del ministro [Rosy Bindi] che alla fine ha avvertito: «Il governo non è disposto ad accettare modifiche che introducano forme di paramatrimonio». (Itti Drioli, Gazzetta del Sud, 7 marzo 2007, p. 7, Interni).
Derivato dal s. m. matrimonio con l’aggiunta del prefisso para-.