papaia
papàia (o papàya) s. f. [dall’ispanoamer. papaya «frutto dell’albero papayo», prob. voce di origine caribica]. – Pianta della famiglia caricacee (Carica papaya), detta anche albero dei meloni, originaria dell’America tropicale, e oggi coltivata nei paesi caldi di tutto il mondo per il frutto (che ha lo stesso nome), molto apprezzato: è alta eccezionalmente anche una decina di metri, ha fusto per lo più non ramificato, coronato da un ciuffo di grandi foglie palmatolobate piuttosto flaccide e con lungo picciòlo; è specie dioica (ma si possono trovare anche individui con fiori ermafroditi oltre a quelli unisessuali); i fiori sono riuniti in infiorescenze ascellari, e il frutto, simile a un melone, è una bacca ovoidale giallo-aranciata, lunga fino a 30 cm, con polpa succosa, dolce e profumata, contenente numerosi piccoli semi; si mangia crudo o cotto, se ne fanno confetture e, se immaturo, si consuma come ortaggio, spec. nelle isole caribiche e in altri paesi tropicali. Tutte le parti della pianta contengono un latice in cui si trova la papaina.