paonazzo
(meno com. pavonazzo, ant. pagonazzo) agg. e s. m. [der. di paone, pavone, perché è uno dei colori della sua coda]. – 1. agg. Di un colore viola piuttosto scuro: la mozzetta p. dei canonici; le calze p. dei vescovi; avere le mani p., il viso p., per il freddo; il naso p. di un ubriacone; un sozzo bubbone d’un livido paonazzo (Manzoni); c’era anche una vecchia, dal naso enorme e pavonazzo (Tozzi); diventare p., in viso, per la collera, per la vergogna, ecc.: diventò paonazza di timidezza e sorrise, e quel sorriso fu il suo consenso (Enzo Siciliano). 2. s. m. a. Il colore stesso: un rosso che tende al paonazzo. b. Stoffa, abito di tale colore: esser vestito di paonazzo. c. Marmo più o meno distintamente brecciato, a grossi elementi, di colore rossigno o violaceo sbiadito, che si estrae nelle Alpi Apuane ed è usato come materiale da costruzione decorativo. ◆ Dim. paonazzétto (v.).