pantomima
(pop. pantomina) s. f. [dal fr. pantomime (s. f.), diversificatosi nel genere da pantomime (s. m.) «pantomimo», che è dal lat. pantomimus (v. pantomimo)]. – 1. Rappresentazione scenica muta, in cui l’azione è affidata unicamente al gesto, all’espressione del volto, ai movimenti del corpo, alla danza, talora anche con accompagnamento musicale; derivata dal mimo, la pantomima nacque in Grecia e si diffuse a Roma a partire dalla fine del 1° sec. a. C.; conservatasi come genere nel medioevo, è restata in uso, spec. in Francia e in Inghilterra, e viene tuttora praticata in varie forme. In partic., nel periodo del cinema muto, nome dato a cortometraggi comici: le p. di Charlie Chaplin. 2. In senso fig., gesticolazione vivace e eccessiva, soprattutto da parte di chi vuole farsi intendere senza parlare o di chi vuole comunicare qualche cosa a uno dei presenti senza che gli altri se ne accorgano: ho visto nello specchio la p. che faceva alle mie spalle; anche, esibizione falsa, teatrale, con la quale si vuole convincere, impietosire o commuovere, simulando una situazione non vera o sentimenti non provati: smettila con questa p., la tua è tutta una finzione!