pania1
pània1 s. f. [lat. pagĭna «pergola» (v. pagina), da cui prob. i sign. di «bastoncino invischiato» e «vischio»] (accanto a pànie, si trova anticam., in rima, un plur. pane). – 1. Sostanza molle, vischiosa, ottenuta dalla cottura delle bacche e delle foglie del vischio quercino, e dalla corteccia dell’agrifoglio o di altre materie vegetali; spalmata su bastoncini o fuscelli detti paniuzze o panioni veniva usata un tempo per catturare uccelli di piccole dimensioni (il sistema è oggi vietato dalle leggi che regolano la caccia). Per estens., poet.: Cercate intorno le boglienti pane (Dante, Inf. XXI, 124), la pece ardente in cui sono immersi i barattieri e che invischia le ali dei demonî. 2. fig. Attrazione amorosa o di altro genere, situazione che attrae e seduce fortemente, che lega o imprigiona, in locuzioni come disporre, tendere la p. o le p., prendere, essere preso nella p. o alla p., cadere, cascare nella p., e sim.: rimanere preso nelle p. amorose, cedere agli allettamenti, alle lusinghe dell’amore; Chi mette il piè su l’amorosa pania, Cerchi ritrarlo, e non v’inveschi l’ale (Ariosto); anche, più genericam., inganno, tranello, insidia: Chi certe trame para agli altri, badisi Che gli altri lui non prendano alla pania (Pascoli).