pangiuridicismo
(pan-giuridicismo), s. m. Tendenza a far prevalere i valori giuridici nella vita e nei rapporti che regolano una società complessa. ◆ È […] patologica sia la condizione (che era propria della Prima Repubblica al suo tramonto), in cui la politica domina tutta la scena, in cui si afferma un «panpoliticismo», che travolge i vincoli, i paletti posti dalle leggi sia la condizione opposta in cui si afferma, almeno a parole, un «pangiuridicismo» che si mangia, o pretende di mangiarsi, la politica e la sua (necessaria) discrezionalità. La seconda, collegata, ragione ha a che fare con il fatto che in un Paese in cui impera il «pangiuridicismo» (da legulei), l’espressione Ragion di Stato diventa un’oscenità o una bestemmia. (Angelo Panebianco, Corriere della sera, 30 novembre 1998, p. 1, Prima pagina) • Non è perciò da credere che al pan-economicismo si contrapponga una sorta di algido pan-giuridicismo: ma piuttosto, all’uno e all’altro, la seria volontà della politica, la quale, esprimendosi in norme di diritto, disegna le storiche e mutevoli sagome dell’economia. (Natalino Irti, Corriere della sera, 20 marzo 2004, p. 35, Terza pagina) • Contro l’idea di una costituzione come pura regola giuridica – a sua volta, riflesso del pangiuridicismo, della tendenza alla giuridicizzazione integrale della vita associata cui indulgeva, e tuttora spesso indulge, la cultura italiana – [Nicola] Matteucci oppose l’idea della costituzione come fatto eminentemente politico. (Angelo Panebianco, Corriere della sera, 9 dicembre 2006, p. 39, Commenti).
Composto dal confisso pan- aggiunto al s. m. giuridicismo.