panca
s. f. [dal longob. panka; da una forma gotica affine deriva l’italiano banco]. – 1. Sedile per più persone, di forme semplici e rustiche, costituito in genere da un asse orizzontale sostenuto da quattro piedi o da due montanti laterali; il termine è usato oggi per indicare esclusivam. sedili di legno, senza braccioli e senza spalliera, mentre nel passato aveva sign. più ampio, e indicava anche i sedili che oggi sono detti banchi, le panchine, i sedili dei teatri e dei tribunali. Le locuzioni fig. ancora in uso si riferiscono a questo sign. più ampio della parola: far ridere le p., dire sciocchezze o spropositi madornali (con riferimento, in origine, alle panche dei teatri); consumare le p. dell’osteria, esserne un frequentatore abituale; scaldare le p. (della scuola), di studenti svogliati, che non traggono profitto dall’insegnamento (cfr. scaldapanche); ant., essere la p. delle tenebre, essere p. da tenebre, essere il bersaglio di tutti o essere perseguitato dalla sorte (con riferimento all’uso di battere, nell’ufficio delle tenebre durante la settimana santa, i banchi della chiesa con una bacchetta). 2. Nelle navi mercantili o militari, sedile pieghevole, a due o più posti, usato dall’equipaggio spec. durante il rancio. 3. La parte della staffa su cui poggia il piede. ◆ Dim. panchétta, panchettina, panchétto m. (v.), panchina (v.); vezz. e spreg. pancùccia; accr. pancóne m. (v.); pegg. pancàccia, e pancàccio m. (v.).