paesano
paeṡano agg. e s. m. (f. -a) [der. di paese]. – 1. agg. Di paese, che è proprio, caratteristico di un paese, di un piccolo centro: cucina p.; festa p.; vino, formaggio p.; costumi p., tradizioni p.; c’era negli ambienti p. tutto un sottofondo di persone benestanti, dottori, notai, proprietari di campagne, che coltivavano una loro versione della cultura classica (Luigi Meneghello); avere un’aria p.; come locuz. avv., alla paesana, secondo le usanze di paese. Per estens., semplice, alla buona, talora con una connotazione positiva, cioè rustico, sano, senza complicazioni cittadine (conservare abitudini p.; una narrativa p. e robusta; pittura a sfondo p.), talaltra implicando un giudizio limitativo, con riferimento a una presunta arretratezza sociale e culturale dei paesi rispetto alle grandi città (con sign. simile a provinciale): mentalità p.; vive in città da molto tempo ma è ancora un po’ p. nei modi. 2. Come sost., chi è nato, abita o risiede in un paese: al suo ritorno fu accolto dai p. in festa; è rimasto un p., nonostante tutti i suoi viaggi all’estero. Meno com., del luogo, indigeno, autoctono (contrapp. a straniero, forestiero): esposti insieme alla violenza degli stranieri, e all’insidie de’ p. (Manzoni). 3. Sempre come sost., nell’uso di alcune regioni soprattutto merid., persona che abita o è nata nello stesso paese, compaesano: ha sposato una sua paesana. ◆ Dim. paeṡanèllo; tra dim. e spreg. paeṡanùccio, paeṡanòtto; pegg. paeṡanàccio (tutti con uso di sost.).