ottundere
ottùndere v. tr. [dal lat. obtundĕre, comp. di ob- e tundĕre «battere, percuotere»] (pass. rem. ottuṡi, ottundésti, ecc.; part. pass. ottuṡo), letter. – 1. Smussare, togliere acutezza alla punta o al taglio di una lama, di un’arma e sim. 2. In senso fig., offuscare, intorpidire, far perdere acutezza e vivacità a una facoltà dello spirito o a un organo di senso: l’abuso dell’alcol ottunde l’intelletto; o. la mente, la sensibilità, il senso morale; intendesi così come le cure del guadagno e degli utili e materiali godimenti non ottundessero il senso de’ bisogni morali (Carducci); o. il gusto, l’udito. Anche come intr. pron.: applicandosi a studî ingrati e aridi, l’ingegno si ottunde.