ostello
ostèllo s. m. [dal fr. ant. ostel (da cui il mod. hôtel), che è il lat. hospitale (v. ospedale)]. – 1. a. ant. o poet. Luogo d’abitazione o d’alloggio anche temporaneo, quindi casa, palazzo, albergo, rifugio, dimora ospitale, e sim.: Lo primo tuo refugio e ’l primo ostello Sarà la cortesia del gran Lombardo (Dante); D’in su i veroni del paterno ostello Porgea gli orecchi al suon della tua voce (Leopardi); All’o. reale il piè movea (Pindemonte). In senso fig., sede, ricetto (cfr. gli usi analoghi di albergo, ospizio): Ahi serva Italia, di dolore ostello (Dante); o. di valore, o. di virtù, e sim. (con riferimento a persone, in quanto ricche di valore o di virtù). b. ant. O. di città, municipio, palazzo municipale (come traduz. del fr. hôtel de ville): Su l’ostel di città stendardo nero ... (Carducci). 2. Nell’uso mod., o. (meno com. albergo) della gioventù, o anche per la gioventù (calchi dell’ingl. youth hostel), albergo sommariamente attrezzato per il pernottamento e il soggiorno temporaneo di giovani turisti.