oso1
òṡo1 agg. [lat. ausus, part. pass. di audere «osare»], ant. o letter. – Ardito, audace: Forse la mia parola par troppo osa (Dante); Deh, figliuol mio, non essere tropp’oso (D’Annunzio). Anche con funzione verbale, nella locuz. essere oso, ardire, osare: quello glorioso Catone di cui non fui di sopra oso di parlare (Dante); vidi Ippia e ’l vecchiarel che già fu oso Dir «Io so tutto» (Petrarca); Il villano sartor, che, non ben pago D’aver teco diviso i ricchi drappi, Oso sia ancor con polizza infinita A te chieder mercede (Parini).