oscurare
v. tr. [dal lat. obscurare, der. di obscurus «oscuro»]. – 1. a. Rendere oscuro, meno luminoso: dense nuvole oscuravano il sole; una nebbia così fitta da o. il giorno; o. una lampada, schermandola; anche, far sembrare meno luminoso al confronto: il chiarore della luna oscura le stelle vicine. b. Per estens., nel linguaggio giornalistico, disattivare un ripetitore radiofonico o televisivo mediante interventi tecnici, da eseguirsi in seguito a un provvedimento dell’autorità, allo scopo di bloccare la ricezione delle trasmissioni e impedire di conseguenza, in modo indiretto, alle stazioni emittenti di proseguire temporaneamente la loro attività o di trasmettere determinate notizie. c. In senso fig., mettere in cattiva luce, togliere importanza, credito e sim.: o. la fama, la gloria di qualcuno; troppi difetti oscurano i suoi pochi pregi. 2. intr. pron. a. Diventare, farsi oscuro: il cielo si oscurò rapidamente. Talora senza la particella pron., soprattutto all’infinito, in dipendenza da un altro verbo: pareami vedere lo sole oscurare (Dante); Già cominciando ad oscurar la notte (Ariosto). b. In senso fig., con riferimento al viso umano o allo sguardo, farsi pensieroso, accigliato: a quelle parole si oscurò, o si oscurò in volto; anche, con riferimento alla vista, appannarsi per abbagliamento, per grave debolezza, ecc.; della mente, velarsi, annebbiarsi: sentiva i suoi pensieri confondersi e oscurarsi, sentiva avvicinarsi il momento che non avrebbe più testa, se non quanto bastasse per darsi alla disperazione (Manzoni). ◆ Part. pass. oscurato, anche come agg.: luci oscurate, schermate con carta o con tinteggiatura; vetri oscurati, in autovetture e sim., resi oscuri attraverso apposite pellicole, per impedire di guardare all’interno; navigare a luci oscurate (con riferimento alle navi, spec. militari, in tempo di guerra), procedere con tutti i fanali di navigazione spenti e gli oblò opportunamente oscurati.