oscillazione
oscillazióne s. f. [dal lat. tardo oscillatio -onis]. – 1. L’atto di oscillare, movimento periodico di un corpo che si muove fra due posizioni estreme (anche al plur., le o., intendendosi in tal caso con il sing. ciascuno degli spostamenti del corpo fra un estremo e l’altro): l’o. del pendolo; l’o. dell’altalena; l’o. della barca mi dava il mal di mare. O. frontale, o. dorsale, in ginnastica, esercizî al cavallo con maniglie consistenti nel far oscillare le gambe parallelamente all’attrezzo, rivolgendo a questo, rispettivam., il ventre o la schiena. 2. a. In meccanica, moto alternativo, generalm. ad andamento periodico, di un corpo, assimilato in prima approssimazione a un punto materiale, intorno a una posizione di equilibrio; anche, il cammino percorso dal corpo nell’intervallo di tempo di un semiperiodo (o. semplice) o di un periodo (o. completa); anche sinon. di vibrazione, che però designa più propriam. i casi di oscillazione di piccola ampiezza e grande frequenza. Ampiezza dell’o., la massima elongazione del punto dalla posizione di equilibrio; o. rettilinea (o lineare) e o. curvilinea (o angolare), quelle che si hanno rispettivam. quando la traiettoria del punto è un segmento (per es., nel caso di un punto vincolato a muoversi su una retta e soggetto a una forza elastica di richiamo), e quando è un arco di curva (per es., nel caso del pendolo); se il corpo, supposto rigido, non è assimilabile a un punto materiale, si possono avere: o. traslazionali, nelle quali le particelle del corpo compiono oscillazioni lineari tutte della stessa ampiezza e con la stessa frequenza, oppure o. rotazionali, nelle quali le particelle del corpo compiono oscillazioni curvilinee lungo archi di circonferenza, con frequenza pari alla frequenza del moto del corpo, e con ampiezza tanto maggiore quanto maggiore è la distanza della singola particella dall’asse intorno al quale il corpo ruota. Genericamente, o. lineari e o. angolari, quelle per le quali intervengono, rispettivam., la variazione di un parametro lineare (come nelle oscillazioni rettilinee e in quelle traslazionali) o la variazione di un parametro angolare (come nelle oscillazioni curvilinee e in quelle rotazionali): per es., tra i movimenti periodici di una nave si possono avere oscillazioni angolari attorno all’asse longitudinale (rollio) o trasversale (beccheggio) o verticale (straorzata), e oscillazioni lineari in senso verticale (sussulto), longitudinale, ecc. Per le o. autoeccitate, v. autoeccitato. b. Più in generale, in fisica, il termine è passato a indicare anche il variare di una qualsiasi grandezza (perciò detta oscillante) che sia funzione periodica di una certa variabile indipendente (in genere il tempo); in questo senso le oscillazioni possono distinguersi secondo varî criterî: o. meccaniche, o. elettriche, o. magnetiche, o. elettromagnetiche, o. di intensità (di un suono o di una luce), o. di colore (di una luce); o. a bassa, alta frequenza; o. persistenti oppure smorzate, a seconda che l’ampiezza sia o no costante nel tempo; o. sinusoidali (o armoniche) e non sinusoidali (o complesse), a seconda che la funzione che le rappresenta sia o no di tipo sinusoidale; in base al meccanismo fisico in virtù del quale si destano, o. libere, nel caso in cui il sistema oscillante riceve un’eccitazione esterna e poi mantiene il regime oscillatorio grazie alla propria conformazione, e o. forzate, nel caso in cui il regime oscillatorio è mantenuto da un’oscillazione periodica esterna. c. In matematica, o. di una funzione (a valori reali) in un insieme è la differenza tra l’estremo superiore e l’estremo inferiore della funzione in quell’insieme, quando essi siano entrambi finiti; o. infinita, quando almeno uno degli estremi è infinito. 3. Con usi estens. e fig.: a. Variazione periodica di una qualsiasi grandezza fra due valori estremi: o. d’intensità; le o. della febbre, della temperatura; le o. dei prezzi, dei cambî, dei corsi dei titoli, gli aumenti e le diminuzioni che essi subiscono scostandosi dai livelli precedenti. In partic.: in geografia fisica, o. glaciali, le più o meno periodiche avanzate e regressioni del fronte dei ghiacciai; in geologia, teoria delle o., teoria secondo la quale movimenti verticali positivi e negativi del sima viscoso solleverebbero nella crosta terrestre dorsali cupoliformi accoppiate a depressioni a bacino: a questa deformazione (tettogenesi primaria) seguirebbero scivolamenti gravitativi di masse litoidi dalle zone più elevate verso le più depresse (tettogenesi secondaria) che darebbero origine alle strutture tettoniche ripiegate e alle coltri di ricoprimento; in meteorologia, o. climatica, variazione con successivi alti e bassi della media degli elementi meteorologici (temperatura, piovosità, ecc.) che avvengono con periodi di tempo più o meno lunghi (secoli, decennî), causata probabilmente da variazioni di intensità della circolazione atmosferica zonale, in conseguenza di variazioni dell’attività solare. b. Indecisione fra due elementi di un’alternativa, senza che si possa dare una netta preferenza all’una o all’altra: le o. grafiche o di pronuncia di un vocabolo.