orlandismo
s. m. Il modo di far politica di Leoluca Orlando, esponente politico del centrosinistra, già sindaco di Palermo. ◆ La prima proiezione delle 9 e 30 non coglie Palermo impreparata. Totò Cuffaro nel salotto di casa è vestito da presidente, giacca blu con i bottoni d’oro, i primi baci sono per la moglie, don Bosco inquadrato nel portafoto d’argento, Vito Riggio euforico per «la fine dell’orlandismo» e il factotum Fabrizio Bignardelli che esulta: «E con questa fanno venti!» (campagne elettorali vinte in Sicilia). (Aldo Cazzullo, Stampa, 26 giugno 2001, p. 3, Interno) • Francesco Forgione del Prc, a comizio in sostegno di Giusto Catania, guarda già al dopo: «Se si vuole pensare a un’alternativa a [Salvatore] Cuffaro e al centrodestra sarebbe un errore ripercorrere una sorta di “orlandismo” fuori stagione». (Carmelo Lopapa, Repubblica, 12 giugno 2004, Palermo, p. II) • A chi conia l’immagine sulla «fine dell’orlandismo» il senatore Marcello Dell’Utri replica stupito e glaciale: «Perché, non era già finito? A me sembrava un cadavere ambulante». (Felice Cavallaro, Corriere della sera, 15 maggio 2007, p. 3, Primo piano).
Derivato dal nome proprio (Leoluca) Orlando con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nel Corriere della sera del 20 marzo 1994, p. 5, Primo piano (Francesco Verderami).