orifizio
orifìzio (o orifìcio) s. m. [dal lat. tardo orificium, comp. di os oris «bocca» e -ficium «-ficio», propr. «cosa che fa da bocca»]. – 1. Stretta apertura, all’estremità di un canale, o praticata in una parete sottile, soprattutto per il passaggio di un fluido: l’o. della cannella. In idraulica, sinon. di bocca. Nella tecnica mineraria, o. equivalente, grandezza convenzionale con la quale si studia la resistenza che il complesso dei condotti di una miniera (o una parte di essi) oppone alla circolazione dell’aria: tale grandezza è misurata dalla superficie di un foro circolare, praticato in una parete sottile, che lascia passare una portata d’aria uguale a quella che circola nei condotti in esame quando tra i lati opposti della parete venga applicata la stessa differenza di pressione che sussiste tra l’imbocco e l’uscita del complesso dei condotti stessi. 2. In anatomia, apertura che serve di sbocco o di comunicazione a un determinato canale o cavità: o. anale, apertura di sbocco dell’intestino retto; o. atrio-ventricolare, apertura (detta anche ostio venoso) che fa comunicare ogni atrio del cuore col ventricolo corrispondente.