oppressione
oppressióne s. f. [dal lat. oppressio -onis, der. di opprimĕre «opprimere», part. pass. oppressus]. – L’atto, il fatto di opprimere, di tenere oppresso: l’o. della libertà, dei diritti; l’o. dei deboli, degli indifesi, degli emarginati (e, nella morale cattolica, o. dei poveri, uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio). Più spesso, la condizione, lo stato di chi è oppresso, l’essere, il sentirsi oppressi, e il senso di peso, di disagio, di molestia, d’angoscia che ne derivano: l’o. del caldo, dell’afa, di un lavoro faticoso; sentire un’o. allo stomaco, un’o. di respiro; o. precordiale, in patologia medica (v. precordiale); talvolta con riferimento a uno stato di prostrazione psichica: un ambiente triste che dà l’oppressione; e di cosa che preoccupa molto, che provoca ansia, o una grande noia: che o.!; è un’o. continua; o di carico particolarmente gravoso di oneri, di obblighi: l’o. delle tasse, dei contributi. In partic., condizione di servitù politica o sociale: l’o. della tirannide, di una occupazione straniera; tenere sotto dura o.; essere, vivere, languire, gemere sotto l’o. nemica; liberarsi dall’oppressione.