op art
‹òp àat› locuz. ingl., usata in ital. come s. f. – Abbrev. di optical art «arte ottica», corrente d’arte astratta (detta talvolta in ital. anche arte op) diffusasi intorno agli anni Sessanta negli Stati Uniti d’America e in Europa; interessata soprattutto ai fenomeni della percezione visiva e basata su una concezione «non oggettiva» dell’opera d’arte, utilizza combinazioni di moduli geometrici, per lo più elementari, in bianco e nero o a colori, variamente ripetuti al fine di creare effetti di illusione ottica, per es., l’effetto marezzato o moiré, prodotto dalla sovrapposizione di lastre di plexiglas striate in sensi diversi, e l’illusione del movimento dell’immagine che subisce lo spettatore spostandosi rispetto all’opera. Tra gli esponenti più noti, V. Vasarely, C. Cruz-Diez, B. Riley, J. Agam.