onorato
(ant. onrato, orrato) agg. [part. pass. di onorare]. – 1. Fatto oggetto di onore, di stima, di rispetto: visse o. e riverito fino alla più tarda età; La casa di che nacque il vostro fleto ... Era o., essa e suoi consorti (Dante); la madre e la figlia si rallegravano insieme d’aver trovato così presto un asilo sicuro e o. (Manzoni). Con funzione anche più vicina a quella participiale, nelle espressioni considerarsi, ritenersi, stimarsi o., e sim., ritenere per sé un onore: mi ritengo o. di ospitarvi in casa mia; mi reputo o. di poterla aiutare. Nel linguaggio giur., come agg. o sost., destinatario di un atto di liberalità. 2. Come vero e proprio agg., di persona che ha sempre conservato intatto il proprio onore, e quindi onesta, rispettabile, senza macchia: uomo, cittadino o.; una donna o.; per estens., anche di istituzione, condizione, comportamento: appartenere a una casa o.; essere di o. famiglia; condurre vita o.; esercitare una professione o.; preferì un’o. povertà a una ricchezza mal guadagnata; l’o. divisa, quella militare in genere, o altra che sia o si affermi tale. O. società, denominazione data alla camorra dai camorristi napoletani (con allusione alla difesa dell’«onore» comune, che era uno dei suoi scopi, e all’impegno di stretta omertà che lega tra di loro i suoi affiliati); per analogia, anche della mafia e di altre associazioni a delinquere. 3. non com. Con valore attivo, che dà onore, onorevole: fare una morte, una fine o., e sim. ◆ Avv. onorataménte, in modo onorato, secondo le leggi dell’onore, o anche con onore, con onori: agire, comportarsi onoratamente; ha onoratamente concluso la propria esistenza.