olivo
(o ulivo) s. m. [der. di oliva]. – 1. Pianta della famiglia oleacee, diffusa in tutta la regione mediterranea in due varietà: l’o. selvatico o oleastro (lat. scient. Olea europaea var. sylvestris), che cresce nei luoghi rupestri, isolato o in forma boschiva, e l’o. coltivato o domestico (lat. scient. Olea europaea var. europaea), alto di solito da 4 a 10 m, con rami lisci, foglie sempreverdi lanceolate, verdi di sopra, biancastre di sotto, fiori piccoli, bianchi, in pannocchie, e frutti (olive) a drupa; è un albero di provenienza ancor oggi molto discussa, la cui grande diffusione nelle nostre regioni è stata certamente favorita dall’antica pratica colturale (questa specie è, infatti, coltivata per l’olio che si estrae dai suoi frutti): piantare, potare gli o.; un poggio coperto di olivi; i fratelli olivi Che fan di santità pallidi i clivi (D’Annunzio). Come simbolo di pace: portare, offrire un ramoscello d’o., essere nunzio, o fare proposte, di pace. Anche soltanto olivo, per indicare il singolo ramoscello: come a messagger che porta ulivo (Dante), che reca novelle di pace; la benedizione dell’o. o degli o., rito che nella tradizione cattolica si compie la Domenica delle palme (detta anche, ma meno comunem., la domenica o la festa dell’olivo); e analogam., l’o. benedetto. Monte degli Olivi (o Monte Oliveto), nome di un rilievo a est di Gerusalemme, su un versante del quale è l’orto di Getsèmani, più spesso detto orto degli o., dove si recò a pregare Gesù la notte in cui fu arrestato ed ebbe inizio la sua passione. 2. Il legno dell’albero di olivo, giallastro con venature scure, duro e compatto, adoperato in falegnameria soprattutto per mobili pregiati: un tavolo, una cassapanca, un parquet di olivo. ◆ Dim. olivétto, pianta giovane di olivo.