occidentalite
s. f. Il male d’Occidente. ◆ con il suo saggio «L’Islam globale» Fouad Allam presenta un percorso affascinante ed inedito nel mondo islamico. […] Il fallimento dello Stato nell’era post-coloniale si riverbera nella ricerca di una identità islamica come perfezione e ritorno alla purezza originaria, come cura e rimozione dell’«occidentalite», il male d’Occidente che ha colpito e disossato le società musulmane. (Igor Man, Stampa, 30 luglio 2002, p. 27, Società e Cultura) • vi è anche un altro modo di leggere questi attentati terroristici, vale a dire interpretarli in relazione alla questione dell’Occidente. Tutto risiede qui: un’intera generazione vive patologicamente il suo rapporto con il mondo occidentale, affermando che la colpa è sempre dell’altro, di quel mondo. È la malattia dell’islam che alcuni filosofi iraniani hanno chiamato «occidentalite», malattia dalla quale da oltre cinquant’anni il mondo musulmano non sa guarire, perché non sa trovare ciò che in lui stesso non funziona, e continua a condannare l’altro, luogo di tutti i suoi traumi e le sue malattie. (Khaled Fouad Allam, Stampa, 19 maggio 2003, p. 26, Società e Cultura) • «La società islamica – ha affermato [il sociologo algerino Khaled Fouad] Allam – vive una specie di schizofrenia, divisa tra l’occidente e la tradizione islamica. Il fondamentalismo, che nasce attorno agli anni trenta, è una delle risposte che viene fornita contro l’imitazione dell’Occidente, è un ideologizzare la tradizione, che viene contrapposta alla modernità occidentale. L’Europa e gli Stati Uniti sono visualizzati come qualcosa di negativo, che si riassume nel termine Occidentalite, neologismo che indica il modello europeo e americano addirittura come un’infezione». (A. G., Gazzettino, 24 aprile 2005, Treviso, p. XIX).
Derivato dall’agg. occidentale con l’aggiunta del suffisso -ite.